L’Indipendente 13/06/2004, 13 giugno 2004
falsi trionfi Poteva sembrare un trionfo, ma niente era cambiato: i turchi continuavano a assediare Vienna e a razziare i mari (e non basterà a farli smettere neanche una vittoriosa spedizione contro Tunisi nel 1535); il Valois era sconfitto ma non domato; i principi protestanti s’erano riuniti nella Lega di Smacalda, apertamente anti-imperiale
falsi trionfi Poteva sembrare un trionfo, ma niente era cambiato: i turchi continuavano a assediare Vienna e a razziare i mari (e non basterà a farli smettere neanche una vittoriosa spedizione contro Tunisi nel 1535); il Valois era sconfitto ma non domato; i principi protestanti s’erano riuniti nella Lega di Smacalda, apertamente anti-imperiale. Con la Francia, dopo una serie di guerricciole che attraversano tutti gli anni Trenta del secolo, s’arrivò alla pace di Crepy nel settembre 1544: Milano rimase all’Impero, la Savoia a Francesco. Il re francese morì tre anni dopo e Carlo si ritrovò con un nuovo nemico: suo figlio Enrico II. Nel frattempo l’Asburgo era passato a vie di fatto contro i protestanti, sconfiggendoli duramente a Mühlberg nel 1547. il secondo momento d’oro di Carlo: ai sudditi il suo potere sembrò senza limiti. Per celebrare la vittoria si fece dipingere da Tiziano a cavallo, in tenuta da battaglia, equipaggiato con insegne, corazza e lancia, sul petto il simbolo del Toson d’oro. In realtà Carlo, tormentato da una gotta che gli impediva persino di camminare, assistette alla battaglia da una lettiga. E anche gli effetti reali di quella vittoria furono assai limitati: l’imperatore convocò una dieta a Augusta, propose la creazione di una nuova lega a cui avrebbero partecipato principi, città e territori dell’impero e che doveva dotarsi di un parlamento, d’un esercito, di una corte. Insomma, più di una concessione: il certificato di morte delle vecchie istituzioni imperiali. La questione religiosa, che continuava a crucciare un Carlo sempre più disilluso, avrebbe dovuto essere risolta da un Interim da ritenersi in vigore fino alla conclusione del Concilio di Trento (iniziato nel ’47 e subito sospeso): si apriva al matrimonio dei preti; si autorizzava l’eucarestia nelle due specie, cattolica e protestante; si scendeva a compromessi sui sacramenti; si sorvolava sulle terre ecclesiastiche secolarizzate dai principi riformati. Entrambe le proposte furono sorpassate dalla storia: la Lega di Smacalda non aveva affatto disarmato e, aiutata da Enrico II, attaccò di nuovo l’imperatore.