L’Indipendente 13/06/2004, 13 giugno 2004
Le guerre con la francia Nel frattempo i rapporti con la Francia s’erano fatti parecchio tesi: una contrapposizione destinata a durare quasi quarant’anni con vere guerre e manovre sottobanco per mettere in difficoltà l’avversario
Le guerre con la francia Nel frattempo i rapporti con la Francia s’erano fatti parecchio tesi: una contrapposizione destinata a durare quasi quarant’anni con vere guerre e manovre sottobanco per mettere in difficoltà l’avversario. I primi scontri avvennero in Italia. Dopo l’elezione Carlo rivendicò subito il suo possesso su Milano, all’epoca in mano francese ma considerata parte dell’impero. Risolvere la faccenda per via diplomatica era impossibile. Fu la guerra e per la Francia, inizialmente, una disfatta: lo stesso Francesco I cadde in mano nemica a Pavia nel 1525, fu portato in Spagna al cospetto di Carlo e liberato l’anno successivo, ma non prima d’aver firmato una pace: il Trattato di Madrid impegnava il Valois a cedere la Borgogna, a non avanzare rivendicazioni su Milano e a versare un forte obolo all’imperatore. Per sovrammercato, Carlo trattenne in Spagna i due figli di Francesco. In realtà il Trattato non era affatto ben congegnato (se ne lamentò parecchio Gattinara, ”primo ministro” di Carlo) e il francese, appena libero, s’affrettò a dichiararlo nullo. Per riuscire a vendicarsi batté ogni strada: allacciò rapporti coi principi tedeschi di fede luterana; s’alleò col turco Solimano I favorendone l’avanzata fin sotto Vienna (1529); riunì contro l’imperatore la Lega di Cognac (1526), che comprendeva Venezia, Firenze, Milano e persino lo Stato pontificio. La reazione di Carlo V non si fece attendere: inviò in Italia grossi reparti di Lanzichenecchi che misero a ferro e fuoco la penisola sinché, nel maggio del ’27, giunsero a Roma, espugnarono la città e la sottoposero a un feroce saccheggio (Carlo, sembra, non diede l’ordine: i mercenari, che non ricevevano la paga da mesi, pensarono così - e non a torto - di rientrare dei mancati guadagni). In ogni caso, la Lega di Cognac si sfaldò e la vittoria dell’imperatore fu totale: nel febbraio del 1530 papa Clemente VII lo incoronò nella chiesa di San Petronio a Bologna. L’Asburgo, per celebrare degnamente la cosa, spese circa 300 mila fiorini: 8.000 li gettò direttamente alla folla.