L’Indipendente 13/06/2004, 13 giugno 2004
l’avventura spagnola Nel 1516, sedicenne, Carlo di Gand aveva lasciato le Fiandre per raggiungere la Spagna: era appena stato nominato re di Aragona e Castiglia
l’avventura spagnola Nel 1516, sedicenne, Carlo di Gand aveva lasciato le Fiandre per raggiungere la Spagna: era appena stato nominato re di Aragona e Castiglia. Nella penisola iberica conobbe il fratello minore Ferdinando. I due non s’erano mai visti ma l’incontro, pochi minuti, fu necessariamente silenzioso: non parlavano la stessa lingua. Pochi giorni dopo il cadetto partì per l’Austria, onde evitare che la nobiltà spagnola, che lo amava almeno quanto diffidava del re ”straniero”, si coalizzasse contro Carlo. Il giovane monarca restò nella penisola iberica fino al maggio 1520, governando poco e male, circondato da decine di nobili fiamminghi completamente disinteressati alle cose spagnole e, per di più, abbastanza inclini all’arricchimento personale. Carlo, fra l’altro, abbandonò la Spagna proprio mentre molte voci si levavano contro il suo governo: la Rivolta dei comuneros vide inizialmente alleati popolo e nobiltà nel chiedere al re più autonomia e meno tasse (il fatto che coi soldi Carlo avesse comprato la carica imperiale non faceva che acuire la rabbia). In realtà quando le posizioni popolari si radicalizzarono, i nobili si tirarono indietro schierandosi con la Corona e la rivolta fu sedata quando possibile, stroncata quando necessario. A questo punto, s’era nel 1522, Carlo era già tornato tra gli spagnoli, s’era messo a parlarne la lingua, a impararne i costumi, cominciava insomma a proporsi come «sovrano dalle molte facce: borgognone tra i borgognoni, spagnolo in Castiglia e Aragona, italiano tra gli italiani» (lo storico Fernàndez Alvarez). In Spagna rimase per sette anni e nel 1526 prese anche in moglie Isabella di Portogallo. La sposò per interesse, ovviamente, ma pare che l’amasse davvero: quando lei morì di parto, nel ’39, sconvolto si ritirò per giorni in un convento di Toledo.