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 2004  giugno 24 Giovedì calendario

VANNUCCI

VANNUCCI Sandro Pisa 11 febbraio 1950. Giornalista. Conduttore tv. Noto soprattutto per Linea Verde. «Figlio di un capostazione, è riuscito nell’impresa, ritenuta impossibile, di far dimenticare Federico Fazzuoli, che nel 1981 aveva trasformato la vecchia A come Agricoltura, feudo dell’allora potentissima Coldiretti, in Linea Verde, depurandola da intenti didattici e facendone un programma d’intrattenimento [...] Da universitario è discepolo di Roberto Zaccaria e assistente di Enzo Cheli [...] Scrive per anni i discorsi dell’ex ministro socialista Lelio Lagorio, ciò che gli vale nel 1978 l’ingresso in quota Psi alla sede Rai di Firenze [...] Nel 1985 entra nel team di Enzo Biagi a Linea Diretta insieme con un altro fanciullo prodigio destinato a far molta carriera: Lamberto Sposini. Il cambio repentino di Linea Verde avviene nel dicembre 1993, quando Fazzuoli in quattro e quattr’otto emigra a Telemontecarlo. Vannucci, all’epoca inviato di guerra del Tg1, si ritrova così catapultato dalla Somalia alla Val Taleggio [...]» (Stefano Lorenzetto, ”Panorama” 1/10/1998) • «[...] Mi sono laureato in Giurisprudenza con una tesi di diritto costituzionale e pensavo di fare la carriera universitaria col professor Paolo Barile. In effetti ho cominciato l’attività di ricercatore e assistente universitario. Ma a 28 anni ho cambiato strada e sono entrato in Rai, come giornalista della sede toscana. Subito dopo ho cominciato a lavorare agli speciali del Tg, come inviato a Linea diretta di Enzo Biagi, a Viaggio intorno all’uomo di Sergio Zavoli [...] Erano gli anni in cui esplodeva il craxismo. Ma io non ho mai avuto tessere. E grazie al mio odio per i Palazzi mi sono trovato a fare l’inviato di guerra [...] Fui chiamato al Tg1, come inviato, da Morrione, che allora era il capocronaca. Per gli speciali avevo seguito la guerriglia in zone calde: l’Eritrea, l’Angola, il Mozambico. Visti questi precedenti, a un certo punto mi hanno spedito al fronte [...] Sono stato il primo a entrare a Mostar dopo che c’era stato il finimondo e anche l’ultimo ad uscirne. Ho fatto un anno e mezzo di guerra. Poi ho detto basta [...] Una volta mi sono pure trovato con una pistola puntata alla testa, in un bar di Belgrado: ”Italiani vi ammazzo, avete voi la colpa di tutto perché non avete ripreso la Dalmazia ai croati!”, gridava quel matto. Ancora non so come sono riuscito a cavarmela. [...] Andai da Bruno Vespa che allora dirigeva il Tg1 e gli dissi che mi ero stufato. Lui mi rassicurò. Quindici giorni dopo mi ritrovai in Somalia [...] Eravamo in tre: Carmen Lasorella per il Tg2, Ilaria Alpi per il Tg3 ed io per il Tg1. Facevamo una specie di staffetta [...] Stavo montando quell’ultimo servizio sulla Somalia quando mi chiamò Nino Crescenti, vicedirettore di Raiuno. Mi disse: ”Fazzuoli se ne va. Abbiamo pernsato a te per sostituirlo. Guarda queste cassette di Linea verde e dammi una risposta”. Io non avevo mai visto la trasmissione, guardai le registrazioni. Mi piacquero e accettai [...]» (Francesco Faranda, ”Tv7” n. 4/1997).