24 giugno 2004
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Scialfa Patti
• Nata a Deal (Stati Uniti) il 29 luglio 1953. Cantante. «Corista e chitarra acustica nella favolosa E Street Band di Bruce. [...] Patti e Bruce come Yoko Ono e John Lennon, Courtney Love e Kurt Cobain, Carly Simon e James Taylor: coppie del rock in cui le donne hanno provato, con alterne fortune, a camminare da sole. A volte con l’aiuto del compagno. [...] Con Springsteen sono sposati dal 1991 (secondo matrimonio per lui dopo quello con la modella Julianne Phillips). [...] Nella sua lunga gavetta, ha lavorato con David Johansen, Southside Johnny & the Asbury Jukes e i Rolling Stones. Agli inizi degli anni Ottanta Bruce la vide cantare sul palco dello Stone Pony, un rock club di Ashbury Park. Diventarono amici e nellí84 le chiese di unirsi alla E Street Band per il tour Born in the Usa. "Mi disse: ’Non abbiamo mai avuto una donna nella band, perché non vieni e vediamo come va?" Al primo concerto indossai sul palco un top a fascia e colori pastello, Bruce mi avvisò: "Forse dovresti mettere qualcosa di meno carino". Sette anni dopo il matrimonio» (Sandra Cesarale, "Corriere della Sera" 24/6/2004). «Una sorta di incantevole opposto di ciò che, per il rock’n’roll, è stata Yoko Ono [...] una donna dall’intelligenza vivace e dai modi delicati, convinta sostenitrice di quella filosofia del rock come medicina dello spirito con cui Bruce "the Boss" mantiene unito il suo esercito di fan appassionati [...]» (Paolo Biamonte, "la Repubblica" 26/6/2004). «Quando scelsi di fare questo mestiere lo feci [...] perché volevo appartenere ad una comunità che cerca di cambiare il mondo, rendendolo migliore [...] Volevo fare dischi miei da quando avevo 15 anni: da ragazza non mi interessava fare la corista e ho rifiutato tante offerte [...] Poi è arrivato Bruce e la mia vita non è stata più la stessa. Fino al giorno in cui mi sono svegliata e ho capito che, dopo essermi data musicalmente solo ad altri, era giunta l’ora di raccontare la mia storia. Molti membri della mia band, da Clifford Carter a Steve Jordan, hanno fatto la gavetta con me, girando con i demotape sotto il braccio per gli studi di Manhattan, negli anni 70 [...] Amo la parola scritta che per me è sacra e spirituale. Il mio primo disco erano lettere d’amore a mio marito, dove ho cercato di raccontare anche le parti più brutte e vulnerabili di me, senza ipocrisie. Il secondo è più popolato di gente, anche se uso le storie di altri per esplorare i miei sentimenti. Come faceva la mia grande maestra Joni Mitchell [...] Mi piacciono gli artisti che scrivono nella propria pelle, da dentro[...] Prima di incontrare Bruce non avrei mai immaginato di sposarmi e tantomeno di fare figli. Ma in lui ho visto l’unico uomo con cui intraprendere il viaggio della vita che si fa solo una volta [...]» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 1/10/2004).