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 2004  giugno 23 Mercoledì calendario

Dopo un lungo dibattito, circa mille linguisti hanno stabilito la classifica delle parole più difficili da tradurre

Dopo un lungo dibattito, circa mille linguisti hanno stabilito la classifica delle parole più difficili da tradurre. Al primo posto «llunga», una parola dello tshiluba, la lingua parlata nel Congo orientale e meridionale. Significato: «Una persona che puo perdonare un torto una prima volta, tollerarlo una seconda, ma non accettarlo una terza volta». Subito dopo c’è «shlimazl», una parola yiddish che indica «una persona cronicamente sfortunata». Il terzo lemma impossibile da tradurre è del Kansai, una regione del Giappone. «Naa», un modo per dare enfasi o per mostrarsi d’accordo con qualcuno. Secondo Today Traslation, l’associazione che ha effettuato la ricerca, la cosa più difficile non è trovare una definizione precisa per un termine, quanto rendere i riferimenti locali e le connotazioni specifiche. Tra le difficoltà, anche la velocità alla quale bisogna trovare delle parole che rendano bene i concetti espressi e le insidie nascoste in molti termini del gergo politico, tecnico o sportivo (ad esempio il termine di cricket «googly» che indica «quando un lanciatore tira una palla che sembra avere un effetto, quando in realtà ne ha un altro»)