Varie, 23 giugno 2004
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Pezzi Maria
• Milano 11 agosto 1908, Milano 10 aprile 2006. Giornalista • «’ stata la prima a raccontare la moda, con eleganza, ironia e leggerezza”. Così Beppe Modenese, l’ambasciatore del ”made in Italy”, ricorda Maria Pezzi, pioniera italiana del giornalismo di moda [...] Grande ufficiale della Repubblica, per oltre 70 anni ha scritto di moda su ”Il Giorno”, ”l’Europeo”, ”Grazia”, ”Il Corriere di informazione” e ”Donna”. Nel ’37, a Parigi, ha iniziato ad occuparsi di moda incoraggiata dall’amico Renè Gruau, il grande illustratore che aveva intuito le sue doti di cronista e disegnatrice. Memorabili i suoi servizi su Christian Dior (quando lanciò il ”new look”) e sul debutto di Yves Saint Laurent. Tra gli scoop di cui andava più fiera c’è quello sul matrimonio di Grace Kelly e Ranieri di Monaco. Maria Pezzi ha tenuto a battesimo la moda italiana, lanciata a Firenze, a Palazzo Pitti, da Giorgini. Poi ha seguito da vicino tutti i grandi stilisti, come Armani, Missoni, Krizia, Versace, Moschino e Dolce e Gabbana. Curiosa e infaticabile [...] Nata da una famiglia della ricca borghesia industriale di Milano, aveva come amici Dino Buzzati e Luchino Visconti. Ha ballato con Clark Gable e conosciuto bene Coco Chanel. [...]» (’la Repubblica” 11/4/2006). «[...] La storia della sua vita è un romanzo di cose viste, vissute, raccolte. Famiglia milanese, borghesia industriale - il padre era socio della ”sveglie Borletti-Pezzi” -, Maria crebbe pensando (erano gli anni ’20) che voleva ”combinare qualcosa, lavorare....” e non sposarsi e avere figli come tutte! Così per più di sessant’anni con i suoi preziosi disegni e i suoi attenti articoli raccontò la moda, i personaggi, le tendenze di più di una società. [...] Nel ’26 si diplomò alla scuola Manzoni, poi coltivò le sue passioni: recitazione e pittura. Nel ’37 si trasferì a Parigi e conobbe Renè Grauau. Un’amicizia che la segnerà. Fu lui a iniziarla al disegno di moda, quando il ”disegno di moda” era il sogno di sarte, modelliste, signore e lettrici. Da allora, Maria ci fu sempre: quando Dior lanciò il nude look (era il ’47), quando nacque la moda in Italia (a Firenze, era il 1951), quando esplose un ”certo” Yves Saint Laurent (era il ’59 e fu per sempre il suo preferito). E poi Pucci, Valentino, Missoni, Armani, Moschino, Krizia: lei li notò sempre ”prima”. Abiti e protagonisti: fu lei, per prima, a pubblicare lo schizzo dell’abito da sposa di Grace Kelly. E fu lei a ballare un valzer memorabile con Clark Gable. Ed era lei che alle colazioni più chic era capace di ordinare pasta e fagioli (poca perché non mangiava molto) e whisky con ghiaccio! Giornalista amica di giornalisti: Dino Buzzati (che le fu presentato dal pittore Mario Vellani Marchi), Camilla Cederna, Guido Vergani (che per i suoi novant’anni le dedicò: ”Una vita dentro la moda”), Gaetano Afeltra. Nel 2001 il presidente Azeglio Ciampi le conferì il Cavalierato di Gran Croce. [...]» (Paola Pollo, ”Corriere della Sera” 11/4/2006). «Nei primi anni Cinquanta, ormai una professionista del giornalismo, la sua firma compariva su ”Settimo Giorno”, ”L’Europeo”, ”La Domenica del Corriere”, ”Corriere d’Informazione”. ”Nessun contratto, pagata ad articolo e a disegno, ma poco, nessuna diaria, solo le note spese che non riuscivo mai a far combaciare con i miei esborsi reali. [...] L’importante era lavorare, era poter fare quel mestiere che mi piaceva, cioè vivere, perché per me lavoro e vita non sono mai stati diversi. In quegli anni molti dei miei articoli erano come pezzi di diario, perché la moda la vedevo indossata, vissuta nei luoghi della mia vita. Un buon palcoscenico era il salotto di Nora De Sabata in via Tamburini. La moglie del maestro Victor De Sabata, un’amica [...] riuniva ogni venerdì l’intelligenza e la mondanità milanesi. La mia memoria visiva immagazzinava ottimo materiale per il lavoro, che divenne un po’ frenetico quando l’appoggio di Dino Buzzati mi precipitò nell’affettuoso sfruttamento di Gaetano Afeltra, tanto amico quanto torturatore, come riconosce lui stesso [...] Ho sempre scritto di moda in modo quotidiano, come di una cosa che fa parte della mia vita. Da cronista, più che da critica e storica” [...] Era a Parigi alle sfilate dell’alta moda d’anteguerra (in testa Coco Chanel e la sua antagonista Elsa Schiaparelli, e Cristobal Balenciaga), qualche volta ”imbucata”, più spesso introdotta dall’amico e geniale illustratore René Gruau, e allora collaborava, con qualche disegno, a ”Grazia”. Ancora a Parigi, negli anni Quaranta e Cinquanta, assiste alla nascita di nuovi talenti: Ca christian Dior a Jacques Fath, da Hubert de Givenchy a Yves Saint Laurent, una delle passioni della sua vita. sempre lei a registrare la grande rivoluzione italiana della moda, con il sostegno di un’industria illuminata e di un artigianato prezioso, e il definitivo affrancamento dal giogo francese: le sfilate nella sala Bianca di Palazzo Pitti, il successo delle prime boutique, l’affermarsi del pret-a-porter, l’irrompere dello stilismo, con Valentino, Krizia, Missoni, Emilio Pucci e Walter Albini, per citare i pionieri, cui seguirà l’ondata milanese con Armani, Ferré, Versace e il suo prediletto Moschino» (Maria Vittoria Carloni, ”Panorama” 11/6/1998). Vedi anche: Giusi Ferré, ”Sette” n. 21/1998.