Varie, 23 giugno 2004
Tags : Marino Parisotto Vay
PARISOTTO VAY Marino Canada 8 dicembre 1963. Fotografo • « un uomo invidiato. Fotografa maestosi corpi femminili in costume da bagno o in lingerie sullo sfondo di spiagge tropicali
PARISOTTO VAY Marino Canada 8 dicembre 1963. Fotografo • « un uomo invidiato. Fotografa maestosi corpi femminili in costume da bagno o in lingerie sullo sfondo di spiagge tropicali. Ritratti in bianco e nero e dettagli molto sexy, che giganteggiano tra semafori e condomini grigi delle metropoli. Forse ha imbracciato la macchina fotografica proprio con questo obiettivo, far sognare la bellezza come la sognava lui, da tredicenne, tra i casermoni scrostati di Cesano Boscone dove si trovò catapultato quando la famiglia di immigrati veneti tornò dal Canada. Un piccolo Bronx che lo ha influenzato: ”Era un ambiente degradato dove ho vissuto con i figli delle famiglie del Sud. Era tutto brutto, ma noi avevamo voglia di vita”. Molti di quei ragazzi non ce l’hanno fatta [...] lui, invece [...] per Photo Francia è uno dei dieci migliori fotografi del mondo. Una carriera fulminea, iniziata [...] con una campagna per dei jeans: ”I ragazzini strappavano il poster dai muri per appenderlo in camera”. Fino ad allora Parisotto aveva fatto il modello. Fu arruolato a 19 anni, mentre lavorava in discoteca per pagarsi gli studi alla Cattolica. ”Ho viaggiato, ho vissuto in Giappone, Germania e Spagna. Ho lavorato ogni giorno a contatto con la bellezza, un’opportunità che alla fine mi ha portato alla fotografia”. Con successo immediato. Ha firmato campagne come Soviet Urbantribe e cataloghi Givenchy. Poi ha cominciato a preparare libri fotografici, come quelli per la Wella con protagonisti gli angeli, che gli hanno fruttato premi e riconoscimenti. Ma quelli dove la sua filosofia di ”tensione verso l’alto, verso una seduzione spirituale” si è espressa al meglio sono i libri per La Perla. Distribuiti in Italia da Feltrinelli e nel mondo da Rizzoli International i volumi hanno titoli evocativi come Senso e Tropico e trasformano la biancheria intima in pretesto per raccontare storie di seduzione: ”Nelle fotografie deve succedere qualcosa, si devono trasmettere emozioni, sono stanco di vedere foto con modelle che guardano ma non vedono niente”. Critico verso i troppi effetti speciali e verso l’uso del brutto per impressionare, Parisotto si definisce un artigiano dell’immagine, usa solo macchine meccaniche e ama il bianco e nero. Per motivi religiosi, dice: ” un contrasto violento e rappresenta al meglio anche la mia visione un po’ manichea di credente, fatta di peccato e redenzione. Vengo da una famiglia molto devota”. [...]» (Davide Burchiellaro, ”Panorama” 23/4/1998).