Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 21 Lunedì calendario

Nel saggio "Les philosophes: vie intime" Pierre Riffard cerca gli elementi comuni a tutti i filosofi della storia

Nel saggio "Les philosophes: vie intime" Pierre Riffard cerca gli elementi comuni a tutti i filosofi della storia. Secondo l’autore si è avviati alla carriera filosofica se si è maschi (99 per cento dei casi) e orfani (69 per cento). Per esempio: Platone e Sartre perdono il padre in fasce, Marc’Aurelio e Hume a 3 anni, Nietzsche a 4, Agostino a 16, Rousseau perde la madre a 10 giorni, Cartesio a pochi mesi, Pascal a tre anni, Aristotele a 11 anni, Kant e Hegel a 13. Erasmo perde entrambi i genitori in un anno, Leibniz il padre a 6 e la madre a 17, Russell la madre a 4 e il padre a 6, Croce tutt’e due a 17. Nel 54 per cento dei casi cambiano patria durante la vita, per scelta o per obbligo. L’età media della prima opera è 27 anni (anche se Leibniz la scrive a 17), il testo fondamentale arriva intorno ai 42 anni (ancora Leibniz fa eccezione: 68). La speranza di vita è di 67 anni. Su 291 filosofi considerati, i cristiani rappresentano il 51 per cento, gli atei il 27, i pagani il 19, gli ebrei poco meno del 2 per cento. Al filosofo tipo piace camminare, attività che spesso aiuta il pensiero: Hobbes non esce senza un bastone nel cui manico nasconde una penna d’oca e un calamaio; Cartesio adora le strade assordanti degli olandesi; Schopenhauer porta a spasso tutti i giorni il suo barboncino; Pascal va in giro pure con le stampelle; Benjamin considera i quattro passi l’essenza del pensiero. Per quanto riguarda il sesso, non conoscono mezze misure: si va dalla castità (Plotino, Erasmo, Paracelso, Pascal, Spinoza, Kant e la Weil, chiamata la "Vergine rossa"), alla castrazione (Origene per scelta, Abelardo per punizione), ai tradimenti ripetuti (Rousseau, Sartre e Beauvoir), comunque quasi sempre eterossessuali (tranne alcuni greci e Michel Foucault). Raramente innamorati e sposati: tra i celibi Platone, Epitteto, Cartesio, Pascal, Spinoza, Voltaire, Wittgenstein e il misogino Schopenhauer. Il 77 per cento di coloro che si sposano, comunque, scrive l’opera fondamentale prima del matrimonio e dei figli. Alcune abitudini alimentari: Spinoza vive di zuppa di latte e boccali di birra, Nietzsche mangia ogni giorno bistecca e uova disdegnando alcolici e caffè, Kant non mangia mai da solo e mette mostarda ovunque, Marx adora le spezie. Il 20 per cento dei filosofi è vegetariano. Ogni tanto qualcuno ha dei vizi: Hobbes si fuma tra le dieci e le dodici pipe di tabacco al giorno, Marx ama i sigari e gli alcolici, Sartre prova la mescalina (una volta sola, ma allucinazioni di granchi e piovre lo perseguitano per sei mesi), Benjamin s’ammazza con la morfina.