Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 17 Giovedì calendario

RUTAN Burt Dinuba (Stati Uniti) 17 giugno 1943. Si è laureato in Ingegneria aeronautica nel 1965. Ha progettato oltre 300 prototipi di aerei, una quarantina di questi li ha realizzati

RUTAN Burt Dinuba (Stati Uniti) 17 giugno 1943. Si è laureato in Ingegneria aeronautica nel 1965. Ha progettato oltre 300 prototipi di aerei, una quarantina di questi li ha realizzati. La sua invenzione più famosa è il jet a razzo SpaceShip One che, conquistando i 100 chilometri di altezza, ha aperto le porte al turismo spaziale. «Il più famoso progettista aeronautico del mondo e fondatore del società Scaled composites [...] celebre per aver ideato l’aereo Voyager che compì il giro del mondo senza scalo» (Giovanni Caprara, ”Corriere della Sera” 17/6/2004). «’Ho inventato aeroplani con forme strane e diverse perché non c’è modo di imparare qualcosa di nuovo copiando vecchi disegni”. Con questo spirito [...] il creatore di ali più famoso del mondo, è arrivato persino nello spazio. [...] ”Anche da piccolo - ricorda - non mi bastava mettere insieme aeromodelli prefabbricati, volevo il legno di balsa per tagliare io stesso geometrie inconsuete”. La sua vita sembra una corsa verso un cielo sempre più alto che guarda dal deserto di Mojave, in California, dove, nella segreta base sperimentale dell’aviazione militare, prima è ingegnere per i test sui prototipi e poi imprenditore-ospite impegnato a collaudare i suoi velivoli. Ne progetta oltre trecento e una quarantina li realizza. Fornisce idee per piani segreti del Pentagono ma disegna anche catamarani capaci di scivolare più rapidi sulle onde. Tra le nuvole esprime geniali intuizioni da record indicando vie tecnologiche coraggiose e difficili, sempre innovative del mondo aeronautico. Stupisce gli amatori degli aerei ”fatti in casa” per i quali suggerisce macchine che sembrano uscite dai fumetti più che dal tavolo dell’ingegnere. Alcuni sono costruiti anche in Italia [...] Burt Rutan vive anni intensissimi. Trascorre ore senza fine davanti al computer bevendo venti caffè al giorno e mangiando tacos, raccontano gli amici. Il nome Rutan diventa popolare nel 1986 quando il suo aeroplano Voyager, dalle lunghe ali bianche, riesce a compiere il giro del mondo con un solo pieno di carburante. Tuttavia non si accontenta quando vede la sua creatura al museo dell’aeronautica a Washington. E medita una sfida ancora più grande. ”Nel 1999 - racconta - mi resi conto che avrei potuto costruire un jet in grado di volare nello spazio. Così lavorai sodo perché ciò accadesse realizzando il sogno che tutti noi ragazzi degli Anni Sessanta avevamo davanti alle fotografie degli astronauti sulla Luna”. E nel giugno 2004 lo Space-Ship One con un innovativo motore a razzo, una stranissima aerodinamica, portava il pilota Mike Melvill a galleggiare in assenza di gravità a cento chilometri d’altezza, ritornando sano e salvo sul deserto di Mojave. ”Avevo conquistato il mio obiettivo, lo spazio - dice soddisfatto Rutan - e così vincevo anchel’X-Prize da 10 milioni di dollari recuperando in parte il consistente investimento affrontato”. Avventura e pragmatismo accompagnano sempre gli americani: l’impresa era infatti costata 25 milioni di dollari, in gran parte sostenuti dal miliardario Paul Allen co-fondatore di Microsoft e dalla famiglia Ansari. ”Quando, dopo due voli, il museo di Washington ha chiesto di esporre lo SpaceShip One - aggiunge Rutan - ho accettato. Non volevo che la mia creatura corresse altri rischi ed ora tutti la possono ammirare”. La sua prodezza, intanto, aveva dimostrato la possibilità di fabbricare privatamente dei veicoli spaziali utilizzabili in futuro per il turismo spaziale. E all’idea oggi sta lavorando con il miliardario britannico Richard Branson. Nel frattempo lancia frecce avvelenate ai grandi enti spaziali di Stato che assorbono miliardi di dollari. [...] ”L’industria - precisa - proporrà presto soluzioni economiche e sicure per i voli privati in orbita. Offriremo la possibilità di esperienze indimenticabili in assenza di peso osservando dagli oblò panorami cosmici emozionanti”. E forte delle sue intuizioni Burt Rutan confessa: ”No, non ho mai desiderato lavorare per la Nasa. Voglio invece cercare sempre soluzioni nuove affrontando i necessari rischi”. [...]» (Giovanni Caprara, ”Corriere della Sera” 23/9/2005).