Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 16 Mercoledì calendario

James Brown, ”Mr. Sex Machine”, 70 anni, cantante soul, in Italia dal 15 al 17 luglio per un tour estivo (Milano, Marostica e Perugia, le tappe), racconta che avrebbe potuto essere un giocatore di baseball professionista, «ma fare il cantante o l’uomo di spettacolo faceva urlare le donne e così non badavo a tutto il resto

James Brown, ”Mr. Sex Machine”, 70 anni, cantante soul, in Italia dal 15 al 17 luglio per un tour estivo (Milano, Marostica e Perugia, le tappe), racconta che avrebbe potuto essere un giocatore di baseball professionista, «ma fare il cantante o l’uomo di spettacolo faceva urlare le donne e così non badavo a tutto il resto. Sapevo benissimo cosa volevo fare». Alla domanda se crede di piacere ancora all’altro sesso, risponde ridacchiando: «Quando le donne vengono a sapere che sono single, è incredibile quello che succede. Come se avessi 19 anni. Ma faccio del mio meglio per mantenermi in forma». James Brown si considera anche il padre del rap: «E’ in genere musicale che ho fatto nascere, ma che non potrei cantare. Come potrei unirmi a qualcosa che ho fatto nascere». Tra i suoi momenti infelici, «la morte di Martin Luther King», tra i suoi amici, «i membri della famiglia Bush. Ma anche i Kennedy, i Nixon e i Johnson: non posso essere arrabiato con i presidenti perché loro non controllano il paese a loro piacimento. Sono parte di un governo».