Varie, 14 giugno 2004
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Morrissey Stephen
• Patrick Manchester (Gran Bretagna) 22 maggio 1959. Cantante. Degli Smiths. «splendida voce [...] i testi [...] sospesi tra protesta politica e malessere esistenziale. Ne fu affascinato anche Pier Vittorio Tondelli, tra i primi a diffondere in Italia il mito degli Smiths, grigia band di Manchester con un cantante dinoccolato che brandiva gladioli come bandiere di un nuovo romanticismo. Fatto di Oscar Wilde e passeggiate nei cimiteri, buone letture e ribellioni all’autorità, amori regolarmente infelici e una discreta dose di ambiguità sessuale, a voler cercare tra le righe e le parole. Finirono pure a Sanremo, gli Smiths, prima di sciogliersi, nel 1987. In quattro anni di carriera avevano inciso qualche album e una marea di singoli, ma soprattutto avevano dimostrato che c’era un’alternativa al pop vuoto e scintillante dei Duran Duran, che non era indispensabile indossare Timberland e Moncler per far parte di un gruppo. E se proprio, meglio le DocMartens e un cappotto nero. Da solo, dopo il debutto fulminante di Viva Hate, Morrissey firma altri cinque album, cambiando spesso etichetta, fino al 1997, quando esce Malajusted. Da allora il silenzio, interrotto solo dalle dichiarazioni di stima dei musicisti che agli Smiths si ispirano, come Placebo, Rem, Schneider Tm, Franz Ferdinand e tante band della nuova scena inglese» (Bruno Ruffilli, ”La Stampa” 13/6/2004).