Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 12 Sabato calendario

Anno senza estate è noto come tale il 1816. In quell’annata, infatti, l’estate fu incredibilmente fredda in Canada, sulla costa est degli Stati Uniti e su tutta l’Europa occidentale

Anno senza estate è noto come tale il 1816. In quell’annata, infatti, l’estate fu incredibilmente fredda in Canada, sulla costa est degli Stati Uniti e su tutta l’Europa occidentale. Numerosi gli eventi eccezionali – tra cui i 10 centimetri di neve caduti nel New England tra il 6 e l’11 giugno – che distrussero buona parte dei raccolti in Europa e Nord America. Causa di tutto l’esplosione, un anno prima in Indonesia, del vulcano Tambora: la polvere prodotta dall’eruzione, che scagliò in atmosfera oltre 100 miliardi di metri cubi di detriti e ridusse l’altezza del vulcano di circa 1.300 metri, rimase attorno alla Terra nella stratosfera per molti anni, riflettendo nello spazio parte della radiazione solare in arrivo e raffreddando quindi il nostro Pianeta. Goccia fredda Così è chiamato un vortice di aria fredda nella media troposfera (circa 5.000 e 6.000 metri di quota), specie se accompagnato dalla contemporanea presenza di un centro di bassa pressione negli strati più bassi. La presenza di una goccia fredda è sinonimo di maltempo: se troviamo un centro di bassa pressione anche al suolo, l’effetto della goccia fredda è quello di rendere più probabili e intense le piogge e le nevicate; ma anche in assenza di aree di bassa pressione alla superficie la goccia fredda può essere causa, soprattutto in estate, di piogge e temporali. In particolare in estate, maggiore è il contrasto termico tra l’aria del vortice freddo in quota e quella calda al suolo, maggiore è l’instabilità atmosferica che può dar luogo a rovesci e temporali.