Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 12 Sabato calendario

Come sarà il clima della prossima estate? Con certezza non come l’estate 2003, statisticamente irripetibile perché negli ultimi 150 anni non vi era mai stata una stagione estiva così rovente

Come sarà il clima della prossima estate? Con certezza non come l’estate 2003, statisticamente irripetibile perché negli ultimi 150 anni non vi era mai stata una stagione estiva così rovente. Ma prevedere il clima di una stagione non è cosa semplice. I modelli fisico-matematici che simulano le anomalie stagionali, sulla base di quelle osservate nei precedenti 2-3 mesi, soprattutto nella temperatura delle acque degli oceani, sono ancora imprecisi tanto che oggi è ancora più affidabile la previsione climatica, ossia il supporre che l’estate in corso rispetti il trend palesato negli ultimi anni. Ebbene, nell’ultimo decennio l’estate ha avuto un’anomalia ricorrente: la latitanza dell’anticiclone delle Azzorre che, dal 1996 al 2003, è stato assente 14 mesi su 24 mentre nelle 8 estati precedenti era mancato solo 8 mesi. Al contrario l’anticiclone africano è diventato di casa sull’Italia con conseguente aumento delle ondate di caldo. Nello stesso tempo sul medio Atlantico, lasciato sguarnito dall’anticiclone delle Azzorre, scende spesso il ciclone d’Islanda, la fucina delle perturbazioni. In tal modo in estate l’Italia è diventata terreno di scontro tra le frequenti invasioni di aria africana e le irruzioni di aria fresca atlantica. A causa di queste anomalie, dovremmo aspettarci, ondate di caldo più frequenti che nel passato, interrotte, di quando in quando, da temporali più numerosi e più violenti.