Mario Lenzi, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 12 giugno 2004
L’Ecuador rivendicò i propri diritti su queste isole soltanto tre anni prima che Charles Darwin vi mettesse piede
L’Ecuador rivendicò i propri diritti su queste isole soltanto tre anni prima che Charles Darwin vi mettesse piede. Qui, senza dubbio, il naturalista inglese fece le osservazioni più importanti, che lo portarono a formulare la teoria dell’evoluzione della specie. Paradiso incontaminato, oggi il parco è protetto dal turismo indiscriminato. Tutti i turisti sono tenuti a farsi accompagnare dalle guide formate dal servizio del parco nazionale. Questo non impedisce di vivere un’esperienza unica al mondo: è ancora possibile nuotare con i leoni marini, sguazzare guardando negli occhi i pinguini e avvicinare una sula piediazzurri, ammirandola mentre nutre i suoi pulcini. Il paesaggio è scabro, ma impressionante. Darwin annotò nel suo diario: «Le isole sono tutte formate da rocce vulcaniche... Alcuni crateri, che sormontano le isole più grosse, sono di dimensioni immense e si aprono a un’altitudine di oltre tre o quattromila piedi (900-1.200 m). I loro fianchi sono costellati da innumerevoli orifizi più piccoli». Nella foto a sinistra, una tartaruga gigante (Geochelone elephantopus vandenburghi) e il falco delle Galápagos (Buteo Galapagoensis). Si parte da Quito, capitale dell’Ecuador; purtroppo i voli verso le isole non sono a buon mercato. Potete provare a chiedere un parere a Pier Fabio Tonelli (www.tonellitours.net), residente in loco e noto grazie alla trasmissione condotta da Patrizio Roversi e Siusy Blady, ”Turisti per caso”.