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 2004  giugno 06 Domenica calendario

il clitorido-centrismo Nell’Ottocento scienziati di varie discipline, ormai al corrente del fatto che clitoride e pene sono costituiti dagli stessi tessuti embrionali, sfatarono l’equivalenza tra godere (femminile) e figliare, abbandonando la teoria dei fluidi inventata da Galeno

il clitorido-centrismo Nell’Ottocento scienziati di varie discipline, ormai al corrente del fatto che clitoride e pene sono costituiti dagli stessi tessuti embrionali, sfatarono l’equivalenza tra godere (femminile) e figliare, abbandonando la teoria dei fluidi inventata da Galeno. Nel secolo puritano, a distanza di un paio di decenni, in America il dottor John Mason Good di Boston proclamò che per fecondare le ovaie con lo sperma bastava ”una sbattutina”, senza bisogno che lei godesse; in Francia il medico parigino Jean-Martin Charcot applicò strumenti da tortura alle vagine delle malate sessuali nell’ospedale Salpêtrierère. In Inghilterra, Francia e Usa si clitoridectomizzavano isteriche, tribadi (le lesbiche) e ninfomani. In Italia Cesare Lombroso propagandò la recisione per normalizzare ”la donna delinquente”. Sigmund Freud, e siamo al 1905, quando pubblicò i Tre saggi sulla sessualità femminile, non pensò di tagliare nessuna, ma teorizzò che la donna doveva abbandonare il piacere infantile clitorideo per quello adulto e vaginale. La sua analizzata e allieva Marie Bonaparte si oppose e si inoltrò in studi sul campo per dimostrare la centralità della clitoride, ma senza riuscirci. Partì per l’Africa negli anni Trenta per studiare le modificazioni rituali delle vagine. Scrisse: «Credo che costituiscano la controparte specifica alle intimidazioni psichiche esercitate durante gli anni dell’infanzia sulla sessualità delle donne europee». Meglio intimidite che tagliate. Tra i Venti e i Trenta del secolo scorso cominciò a cambiare radicalmente il senso dell’Occidente perché le donne si sono tagliate i capelli e accorciate le gonnelle. Il resto lo hanno fatto, più tardi, le femministe clitorido-centriche, la pillola anticoncezionale, il benessere e l’istruzione di massa. Per le ”sorelle” che non hanno avuto la fortuna di vivere in Occidente temiamo che la strada sarà più lunga. ROBERTA TATAFIOR