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 2004  giugno 06 Domenica calendario

la regista da uccidere Solo da quando, più o meno una ventina di anni fa, l’appartenenza all’Islam ha virato nell’integralismo e nel fanatismo religiosi, in opposizione al cosiddetto imperialismo culturale occidentale, le escissioni vengono incoraggiate

la regista da uccidere Solo da quando, più o meno una ventina di anni fa, l’appartenenza all’Islam ha virato nell’integralismo e nel fanatismo religiosi, in opposizione al cosiddetto imperialismo culturale occidentale, le escissioni vengono incoraggiate. Nella complicata genealogia prescrittiva cui si attengono i fedeli di Maometto, l’infibulazione è vietata mentre è previsto far uscire poche gocce di sangue pungendo la clitoride. Nell’Islam i taglietti sono sempre stati eseguiti, ma senza che ci sia una prescrizione della legge coranica. Li consente la sunna, che in arabo vuol dire ”tradizione”, un corpo di norme suggerite dalle ahadith, le massime del Profeta. Oggi l’ablazione detta sunna viene propagandata con vigore dagli Imam, non solo in Africa ma anche negli immensi presidi musulmani d’Estremo Oriente dei quali nulla si sa in merito alla diffusione di queste pratiche. In Africa imperversa una guerra strisciante ma esplosiva nei paesi che le hanno vietate con risultati oscillanti. Un esempio: nel Ciad una cineasta, qualche anno fa, ha girato un film, Dilemme au féminin, con l’intento di promuovere un dibattito sulle mutilazioni. Ha scatenato l’ira delle autorità religiose, in particolare dell’Imam della grande moschea di N’Djamena il quale, con altri 15 colleghi, ha condannato la regista alla fatwa, ossia una licenza d’ucciderla.