Varie, 10 giugno 2004
PEDRINI
PEDRINI Omar Brescia 28 maggio 1967. Cantante. Già chitarrista dei Timoria, nel 2004 vinse il premio della critica al Festival di Sanremo (Lavoro inutile). Ha avuto una storia con Elenoire Casalegno • «[...] uno dei cantanti più apprezzati della nuova generazione, molto stimato anche negli ambienti rock per la lunga militanza nei Timoria. A lungo animatore del ”Brescia MusicArt”, il festival delle contaminazioni che organizzava nella sua città, ha anche partecipato a spettacoli teatrali tra i quali il multimediale Poema a fumetti ispirato all’Orfeo a fumetti di Dino Buzzati» (’la Repubblica” 10/6/2004) • «[...] un forzato ritiro dalle scene dovuto ad un aneurisma aortico e una delicata operazione a cuore aperto. ”Avevo iniziato il tour dopo Sanremo 2004, e dovevo cantare in apertura di un concerto di Eros Ramazzotti, ma proprio qual giorno è successo il fattaccio”. Da allora, il rocker Pedrini si è chiuso nella sua casa bresciana, con la compagna Elenoire Casalegno sempre al fianco, e ha provato a inventarsi una vita fuori dalla musica. ”Mi sono trovato in ginocchio, ero disoccupato e con un mare di giornate vuote davanti a me. Elenoire doveva proporre nuove idee alla tv, così le ho dato una mano. I programmi hanno avuto un buon successo [...]”. [...] terminata la convalescenza, è uscito il suo secondo album solista, dopo Vidomar del 2004. Una canzone - Dimenticare Palermo - è dedicata a Bertrand Cantat, il cantante dei Noir Desir, che in Italia qualcuno ricorderà per un’improbabile hit estiva (Le vent nous portera) e soprattutto per la tragica fine della sua relazione con Marie Trintignant, picchiata e uccisa per gelosia. ”Abbiamo spesso suonato insieme, e Bertrand è stato ospite a casa mia. Lo ricordo come un uomo attento, sensibile ai problemi sociali, completamente diverso dall’immagine che è venuta fuori sui giornali. In Francia, lui e Marie erano famosissimi, una coppia eccessiva, come Jim Morrison e Pamela. Non voglio giustificarlo, per amor di Dio, ma mi sono messo nei suoi panni e mi sono detto che avrei potuto essere io il protagonista di questa tragedia: ho sofferto anch’io per gelosia, ma ho trovato, come quasi tutti, un’uscita, uno sfogo, e per fortuna non ho mai ucciso nessuno. E se la prima vittima è lei, lui ha tentato tre volte il suicidio in carcere: un po’ è morto anche lui”. [...] La follia [...] è dedicato a Luigi Veronelli. A Pablo, il figlio adolescente di Pedrini, è dedicata invece Ragazzo non aver Paura. La spiega così: ”Ho pensato che non avevo mai scritto una canzone per lui quando era un bambino, e oggi Pablo mi fa rivivere la mia vita, il primo innamoramento, le prime delusioni d’amore, la prima pizza da solo con gli amici. Tutto sembra enorme a tredici anni, e così ho voluto dargli qualche consiglio su come affrontare la sua vita. Sono un padre ansioso, ma non posso trasmettergli le mie ansie, per lui non posso che essere ottimista”. [...]» (Bruno Ruffilli, ”La Stampa” 25/1/2007).