8 giugno 2004
Tags : Eleni. Karaindrou
Karaindrou Eleni
• Nata a Teichio (Grecia) nel 1946. Musicista. Pianista e compositrice di film di Theo Angelopoulos. " cresciuta in una Grecia arcaica, in un villaggio sperduto tra le montagne, i boschi di querce, il canto delle cicale d’estate, le case in pietra. ”Fino a sei anni non sapevo nemmeno cosa fossero l’elettricità, le automobili, la televisione [...] Il primo film che ho visto nella mia vita? Sono io la protagonista! Fu il viaggio dal mio paesino verso Atene”. [...] ha scritto sette colonne sonore del celebre regista greco da Viaggio a Citèra a Lo sguardo di Ulisse , fino all’ultimo La sorgente del fiume, intrecciando in maniera istintiva suoni colti e popolari. Lui dice di lei: ”La musica di Eleni non accompagna le immagini ma le penetra, si trasforma nella loro anima e alla fine non puoi distinguere l’una dalle altre per quanto sono saldate insieme”. Lei dice di lui: ”Mi piace il suo modo di narrare, nel nostro sodalizio c’è stata subito un’armonia estetica e ideologica che ha creato una speciale chimica tra noi” [...] ”I suoni del vento, della pioggia, i canti polifonici delle contadine al lavoro e certe melodie bizantine che ascoltavo in chiesa. Amo l’orchestra classica, specialmente gli archi, ma sono i fiati spesso a ispirarmi. L’arpa fu una delle mie prime scelte, come i colori della tradizione greca, il santouri, la lira o la fisarmonica [...] Per un greco, la ricchezza di suoni e la magia di ritmi del Mediterraneo è un’ossessione dell’anima. Ho avuto sete di conoscere anche altre tradizioni, dal flamenco spagnolo alla polifonia della Corsica vicina all’Epiro. Il Mediterraneo e il tema del viaggio sono i miei leit motiv [...] l’arrivo in una Atene nuda, senza alberi, che odorava di benzina, dove le mura dei palazzi erano ferite dai proiettili sparati durante la guerra civile. Noi vivevamo nel seminterrato della scuola dove mio padre insegnava. Ero una bambina che aveva appena scoperto il mondo moderno, lasciandosi alle spalle il paradiso perduto, i ciliegi, le lampade a olio, l’acqua dei torrenti che usavamo in casa [...] In Tarkovski ho scoperto la poesia fusa ai pensieri filosofici più profondi. Antonioni rappresenta una classica presenza di cinema senza tempo. Fellini mi ha affascinato con i suoi viaggi immaginari e Bergman perché è il grande coreografo delle emozioni umane”" (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 8/6/2004).