Varie, 8 giugno 2004
GARDINI
GARDINI Andrea Bagnacavallo (Ravenna) 1 ottobre 1965. Ex giocatore di pallavolo. Ha esordito in azzurro ad Aosta il 18 marzo 1986, Italia-Argentina 3-2. L’ultima gara a Sydney, 1 ottobre 2000, Italia- Argentina 3-0 finale per il bronzo. Presenze in nazionale: 418. Ha conquistato: 3 Mondiali, 1 argento e un bronzo olimpici; 6 successi, 1 secondo posto e un terzo alla World League; un successo e un secondo posto alla World Cup; 4 ori, un argento e un bronzo agli Europei. Inoltre: vittoria a Supersix, Superfour, Grand Champions cup, Goodwill Games e Mediterraneo. Ha esordito in A-1 nella stagione ”82- 83 con il Caris Ravenna. Ha vinto 7 scudetti, 1 coppa Italia (15 volte tra i primi 4), 1 Supercoppa italiana, 4 coppe Campioni, 2 coppe delle Coppe, 2 Cev (’La Gazzetta dello Sport” 8/6/2004) • Primo giocatore italiano ammesso nella Hall of Fame (2007), la galleria degli immortali di Holyoke, Massachusetts: «[...] sono stato tenace [...] ho saputo soffrire e ho avuto spirito di sacrificio. Non c’è stato uno dei successi ottenuti che non sia stato difficile [...] non ho mai sofferto che Zorro o Lollo fossero più intervistati di me. Non che lo ritenessi sempre giusto, ma non mi sono mai sfogato su questo. Perché non fa parte della mia natura. E comunque accettare i ruoli, riconoscere l’importanza di tutti erano punti di forza del nostro gruppo [...] Con tutte quelle personalità così forti gli scontri c’erano, eccome. Ma da me non uscirà mai nessun aneddoto. Posso solo raccontare qualcosa che mi riguarda direttamente e di cui sono più colpevole di altri. Io torturavo il povero Tofoli: non c’era mai un’alzata che andava bene. Paolino ha la pazienza di un santo. Raramente sbottava: una volta, a una Savin Cup, credo non mi abbia dato palla per tutto il torneo. Ovviamente c’erano anche scontri più seri: ma su tutto dominava una lealtà di fondo. La consapevolezza che avevamo una causa comune [...] I rimpianti ci sono stati: l’Olimpiade soprattutto. Quella di Barcellona, più di quella di Atlanta. L’immagine di noi a mezzogiorno e mezzo, dopo la sconfitta nei quarti, seduti a pensare che l’Olimpiade era finita , è stata un’angoscia terrificante. Ci ho messo un anno a farmela passare. Fin tanto che ho giocato, di volta in volta mi sono arrabbiato per scudetti e coppe che avrei potuto vincere e non ho vinto. Solo quando ho smesso ho guardato le cose più serenamente. E ho pensato che va tutto bene così» (Mario Salvini, ”La Gazzetta dello Sport” 9/10/2007).