Gian Antonio Stella, "Corriere della Sera" 7/6/2004 pagina 13, 7 giugno 2004
Vittorio Dotti ogni tanto si ricorda «dei momenti sereni passati insieme con Berlusconi. Certe notti, finito tardissimo di lavorare, uscivamo a fare due passi e parlare in Galleria
Vittorio Dotti ogni tanto si ricorda «dei momenti sereni passati insieme con Berlusconi. Certe notti, finito tardissimo di lavorare, uscivamo a fare due passi e parlare in Galleria. C’erano solo gli spazzini. Era un uomo con cui si lavorava bene. Con lui ho la coscienza a posto. Deontologicamente, moralmente... Il fatto è che lui si aspettava che io smentissi tutto, di quello che aveva raccontato l’Ariosto. Ma come potevo? Non ne sapevo niente di quella storia. Niente. Se non potevo confermarla, non potevo neanche smentirla. Lui mi chiese espressamente di smentire, gli risposi: Silvio, se mi chiedi di dire che tutto ciò che ho seguito per lavoro era in regola posso dire: sì, quello che ho seguito io era tutto regolare. Ma su quello che non conosco io non la posso mettere, la mano sul fuoco». Da allora non l’ha visto più: «Berlusconi non è uno che puoi incrociare per caso».