Varie, 6 giugno 2004
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Reagan Nancy
• (Nancy Robbins) New York (Stati Uniti) 6 luglio 1921. Moglie di Ronald. «Come ha fatto Ronald Reagan, che era un bell’uomo simpatico ma gratta gratta niente di che, a diventare governatore della California e poi, per due mandati, presidente degli Stati Uniti? Politologi e storici ne discutono da un po’; però basta guardare qualche vecchia foto o ripresa tv per capire che una bella spinta alla sua ascesa gli è venuta dallo sguardo abilmente adorante di sua moglie. Il famoso Nancy Reagan Gaze, il messaggio oculare imperiosamente devoto che galvanizzava il presidente e voleva comunicare un intenso composto e conservatore amore coniugale che rassicurasse i fans. Anche Hillary Clinton, durante la campagna di contenimento del guaio Lewinsky, ha provato a imitarlo; molte altre mogli politiche americane lo copiano a tutt’oggi. Ma la più brava resta lei. Perché di certo, Nancy Robbins poi Davis poi Reagan è stata una delle first ladies più criticate e sfottute di questo secolo. Ma non la più stupida, né la meno dotata di senso dell’ironia. E dell’autoironia, sulle sue svariate debolezze. Quando scoppiò un vestito-gate perché si scoprì che si faceva regalare abiti dagli stilisti (e dovette rinunciare), si presentò sul palco del ballo annuale dei giornalisti a Washington coperta di ciaffi da rigattiere cantando un’autoparodia. Quando l’ex segretario al Tesoro quasi omonimo del marito, Donald Regan, che lei odiava e aveva contibuito a far cacciare, rivelò che Nancy, anche per orientare decisioni politiche di Ronnie, consultava continuamente l’astrologa Jeane Dixon, lei si infuriò ma poi fece battute. E quando con My Turn, scritto con William Novak, fu il suo turno di parlare, raccontò che la sera, alla Casa Bianca, faceva conversazioni immaginarie in vasca da bagno in cui straccionava quelli che in giornata l’avevano attaccata e presa in giro. E tutti quelli che l’hanno conosciuta bene l’hanno descritta come ambiziosissima, sveglia e spiritosa. Con debolezze, i vestiti, l’oroscopo, i rimuginamenti al bagno schiuma, delle protagoniste di commedie americane. Magari degli anni Cinquanta, del periodo d’oro in cui aveva conquistato e sposato Ronnie, stava avendo i suoi figli e preparando la sua carriera. Nella sua perfida biografia-bestseller uscita nel ”91, Kitty Kelley la descrive come la figlia di un breve matrimonio (poi adottata dal secondo marito della madre, il dottor Loyal Davis di Chicago) cresciuta tra frustrazioni e sogni di affermazione sociale e compostezza familiare. Anche di successo però: la ragazza Nancy andò a Hollywood e fece particine in undici film. Ma si rese presto conto che non sarebbe diventata una star, e si impegnò con tutta l’anima a conquistare Reagan; che, reduce dal divorzio dall’attrice premio Oscar Jane Wyman, era contemporaneamente fidanzato con varie stelline. Riuscì in pieno, come riuscì a farlo impegnare, e su posizioni conservatrici, come capo del sindacato degli attori. Mentre non le riuscì, all’epoca, di piacere al suo idolo Frank Sinatra; che pare la definisse ”una cogliona con le caviglie grosse”. Tutto si recupera, però: e sulla grande amicizia tra Frank e Nancy durante la presidenza le illazioni di Kelley si sprecano. E poi, l’America è sempre l’America, la first lady mondana, ”abituata a frequentare solo gente ultra-ricca, ignara dei problemi della gente”, tentò di riciclarsi con un’iniziativa aggressivo-buonista: la campagna ”Just Say No” contro le droghe, nelle scuole. Ma Nancy veniva sempre più spesso descritta come l’anima nera della Casa Bianca: intrigante in politica, pessima in famiglia. La figlia di Wyman e Reagan, Maureen, la odiava apertamente. L’altro figliastro, adottivo, Michael, scrisse l’autobiografia From the Outside Looking In, raccontando quanto aveva sofferto nel venire tenuto lontano da suo padre causa matrigna. Ma il colpo peggiore arrivò dalla sua primogenita Patti, che peraltro usa il suo cognome, Davis, con il romanzo a chiave Home Front: aldilà del modesto valore letterario, un classico dell’odio madre-figlia. In cui c’è un padre tutto sommato bravo cristo solo un po’ poco assertivo, e una madre-mostro, gelida, distante, violenta. Oltreché, da first lady e adesso, regina delle ”ladies who lunch”, signore ricche che si vedono a colazione e snobbano il resto del mondo» (Maria Laura Rodotà, ”La Stampa” 6/6/2004).