Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 05 Sabato calendario

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, le persone che subiscono danni cerebrali come conseguenza di ictus, encefalite o interventi chirurgici, iniziano spesso a collezionare ossessivamente oggetti inutili

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, le persone che subiscono danni cerebrali come conseguenza di ictus, encefalite o interventi chirurgici, iniziano spesso a collezionare ossessivamente oggetti inutili. I ricercatori, guidati da Steven Anderson, hanno esaminato 63 persone con danni cerebrali. In precedenza nessuno di essi aveva alcun interesse per il collezionismo, ma dopo la malattia o l’intervento nove di loro avevano iniziato a riempire la propria casa di vecchi giornali, apparecchi non più funzionanti o scatoloni di vecchia posta, nonostante l’intervento dei familiari. Tutti questi collezionisti ossessivi avevano avuto danni alla corteccia prefrontale, un’area del cervello coinvolta nella formulazione di decisioni e nell’organizzazione del comportamento. La corteccia prefrontale servirebbe a determinare quali beni meritano di essere immagazzinati, e il suo danneggiamento porterebbe ai comportamenti osservati. Secondo Anderson, la spinta a collezionare oggetti è legata al bisogno primordiale di mettere da parte cibo, che si origina nelle zone subcorticali del cervello.