F. Ferrazza e N. Nosengo, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 5 giugno 2004
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, le persone che subiscono danni cerebrali come conseguenza di ictus, encefalite o interventi chirurgici, iniziano spesso a collezionare ossessivamente oggetti inutili
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, le persone che subiscono danni cerebrali come conseguenza di ictus, encefalite o interventi chirurgici, iniziano spesso a collezionare ossessivamente oggetti inutili. I ricercatori, guidati da Steven Anderson, hanno esaminato 63 persone con danni cerebrali. In precedenza nessuno di essi aveva alcun interesse per il collezionismo, ma dopo la malattia o l’intervento nove di loro avevano iniziato a riempire la propria casa di vecchi giornali, apparecchi non più funzionanti o scatoloni di vecchia posta, nonostante l’intervento dei familiari. Tutti questi collezionisti ossessivi avevano avuto danni alla corteccia prefrontale, un’area del cervello coinvolta nella formulazione di decisioni e nell’organizzazione del comportamento. La corteccia prefrontale servirebbe a determinare quali beni meritano di essere immagazzinati, e il suo danneggiamento porterebbe ai comportamenti osservati. Secondo Anderson, la spinta a collezionare oggetti è legata al bisogno primordiale di mettere da parte cibo, che si origina nelle zone subcorticali del cervello.