Mario Lenzi, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 5 giugno 2004
Coesione e solida identità etnica e culturale, vitalità e intraprendenza economica: sono queste le principali caratteristiche che accomunano i cinesi nel mondo, fin da quando, nel 1848, i primi immigrati giunsero negli States per prestare manovalanza nella costruzione della ferrovia transcontinentale
Coesione e solida identità etnica e culturale, vitalità e intraprendenza economica: sono queste le principali caratteristiche che accomunano i cinesi nel mondo, fin da quando, nel 1848, i primi immigrati giunsero negli States per prestare manovalanza nella costruzione della ferrovia transcontinentale. Ma se negli Usa gli ”asian” (come sono indistintamente identificati tutti gli appartenenti all’Estremo Oriente) non hanno mai avuto vita facile, l’Europa – abituata alle genti che vivevano nelle colonie orientali – ha accolto meglio il ”pericolo giallo”. Complessa e articolata, la storia di questi flussi migratori raggiunse il suo massimo picco verso gli anni 70 del secolo scorso, quando s’infranse il rigore della Repubblica Popolare Cinese. Oggi, si stima che nella sola Europa siano giunte oltre 700 mila persone, parte di una diaspora mondiale che conta milioni d’individui. In Italia sono più di 40 mila. I primi giunsero tra il 1920 e il 1930: erano poche decine, quasi tutti dalla zona della Zhejiang o di altre province meridionali. Fino agli anni 60 vi fu qualche arrivo da Hong Kong e dalle altre ex colonie europee, mentre fra il ’60 e l’80 qualche catena migratoria cominciò ad avviarsi anche grazie all’instaurazione dei rapporti diplomatici tra Roma e Pechino. I cinesi furono subito molto attivi nella ristorazione: il primo ristorante cinese in Italia – lo ”Shanghai” – fu aperto a Roma nel 1949, oggi ne esistono circa 2.000, di cui 400 nella capitale. Fra i piatti tipici il riso alla cantonese (vedi foto) e gli involtini primavera. Ma i cinesi si sono imposti anche nella lavorazione di pellami, nel tessile e nelle confezioni, nonché nel commercio import-export. La prima storica comunità s’insediò prima della Seconda guerra mondiale a Milano. Seguì Roma, alla fine degli anni 80 Firenze e, nei primi anni 90, Prato. Benché la comunità più numerosa sia rimasta quella di Milano, il maggior numero di cinesi in percentuale rispetto agli autoctoni si stabilisce nell’hinterland fiorentino e nel Pratese, dove vi sono quasi 20 cinesi per diecimila italiani, mentre a Milano ve ne sono poco più di sette.