Mario Lenzi, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 5 giugno 2004
Gli occidentali li chiamavano Boxer, perché rifuggivano le armi da fuoco e s’affidavano solo alle arti marziali
Gli occidentali li chiamavano Boxer, perché rifuggivano le armi da fuoco e s’affidavano solo alle arti marziali. Appartenevano alla ”Società dei pugni armoniosi”: gruppi spontanei di uomini e donne umili e ignoranti, privi d’organizzazione, che colpivano con violenza ovunque ci fosse odore di straniero. Alla fine del 1899, i Boxer attaccarono le missioni cristiane. Nel 1900 gli europei reagirono, inviando un corpo di spedizione di 2.000 soldati. Nel frattempo, bande di Boxer (sotto nella foto) affluirono a Pechino: presero di mira prima i cristiani, poi assediarono per 55 giorni le Legazioni straniere presso la Città Proibita. La situazione sfuggì di mano all’imperatrice Cixi e l’Occidente ne approfittò per colpire duro. Il 14 agosto entrarono nella capitale 16.000 militari di varie nazioni europee e la repressione fu spietata, oltre che estesa a tantissimi innocenti. Ancor oggi, un secolo dopo, la memoria collettiva cinese non ha superato il trauma della tragedia.