Andrea Colombari, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 5 giugno 2004
L’ultimo conflitto mondiale, e in particolare lo sbarco in Normandia, ha dato spunto a molte pellicole cinematografiche
L’ultimo conflitto mondiale, e in particolare lo sbarco in Normandia, ha dato spunto a molte pellicole cinematografiche. Tra le ultime ”Salvate il soldato Ryan” (Usa 1998, regia di Steven Spielberg), che nei primi venti minuti fa sbarcare lo spettatore insieme ai marines sulla spiaggia francese di Omaha (foto 1). Mutilazioni, viscere che escono, l’acqua che si tinge di rosso-sangue, braccia che cadono: mai una battaglia era stata mostrata così. Dalla costola del successo di Spielberg è nata anche una miniserie televisiva in dieci episodi andata in onda su Rete4: ”Fratelli al fronte”, storia di una compagnia di paracadutisti lanciata al di là delle linee nemiche proprio il giorno dello sbarco. Ma il primo film di successo mondiale legato al D-Day è ”Il giorno più lungo” (Usa 1962, foto 2), un’opera di tre ore che mostra la cronaca dello sbarco alleato seguendo il resoconto di Cornelius Ryan (pubblicato in Italia da Garzanti nel 1961). Tra i tanti altri film da citare ricordiamo ”Normandia” (Usa 1950, regia di Lewis Seiler); ”Giugno ’44 – Sbarcheremo in Normandia” (Italia 1968, regia di Leon Klimovsky); ”Normandia: passaporto per morire” (GB 1994, regia di Waris Hussein) e ”Ferro e fuoco in Normandia” (Germania 1960, di Paul May).