Andrea Colombari, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 5 giugno 2004
Peter Tompkins, ufficiale dell’Oss (divenuta la Cia dopo la guerra), guidò nella Roma occupata dai nazisti le operazioni di intelligence per l’esercito alleato
Peter Tompkins, ufficiale dell’Oss (divenuta la Cia dopo la guerra), guidò nella Roma occupata dai nazisti le operazioni di intelligence per l’esercito alleato. Una vita avventurosa descritta nel suo libro ”Una spia a Roma” (2002, Il Saggiatore, e 17). Signor Tompkins, dove si trovava lei quel 6 giugno 1944, data del D-Day? A Roma: ero arrivato a gennaio, un giorno prima dell’operazione ad Anzio. C’era molto fermento: la città era stata liberata da soli due giorni. Per le strade c’erano ancora molte persone. La notizia dello sbarco arrivò dalla Bbc. Come ufficiale dei servizi segreti seppe in anticipo dello sbarco? Non proprio, anche se qualcosa avevo intuito: due miei amici, due ufficiali americani dell’Oss che facevano base a Caserta, a marzo partirono per Londra. Capii allora che si stava per avvicinare l’operazione che avrebbe liberato l’Europa. Anzio (22 gennaio) e Normandia: due sbarchi che hanno mutato la guerra... Decisamente sì. E se ad Anzio gli americani fossero stati ributtati a mare (ci si è veramente andati vicini!), con quale atteggiamento psicologico i marines avrebbero potuto affrontare la Normandia? Lo sbarco italiano è dunque ”propedeutico” a quello francese. Anche nel rapporto coi partigiani: a Roma furono loro ad annullare il contrattacco dando informazioni agli alleati sulla posizione delle divisioni corazzate tedesche. In Francia poi i maquis furono molto bravi. Ma i nostri partigiani ancora di più... E se lo sbarco in Normandia fosse naufragato? Penso che in Italia i tedeschi avrebbero tentato di contrattaccare sull’onda dell’euforia psicologica. Forse sul fronte di Cassino e su Napoli. Del resto già pensavano di farlo quando erano convinti di riuscire a ributtare gli americani a mare dopo lo sbarco ad Anzio. Ma lo sa che Hitler pensava addirittura di portare prigionieri alleati a Berlino? Però si sbagliava, come su tutto il resto... Roma fu liberata il 4 giugno ’44, due giorni prima del D-Day: c’è un legame? Sì. Clark (comandante delle forze americane in Italia, ndr) sapeva che il D-Day sarebbe partito il 6 giugno. E che perciò, se avesse voluto trovare spazio sui giornali, avrebbe dovuto liberare Roma prima di quella data. E poi c’erano pure gli inglesi nei paraggi. Ma lui voleva arrivare prima, per vanità. Così si lasciò sfuggire la XX e XIV armata tedesca che si ricompattarono sulla linea gotica.