Giorgio Dell’Arti, L’Indipendente 30/05/2004, 30 maggio 2004
11 Morì il re di Creta e Menelao dovette partire per partecipare al suo funerale. La reggia di Sparta era rimasta deserta, Elena e Paride erano soli
11 Morì il re di Creta e Menelao dovette partire per partecipare al suo funerale. La reggia di Sparta era rimasta deserta, Elena e Paride erano soli. La sera stessa fuggirono. Lei caricò sulla nave cinque ancelle, il tesoro di Sparta e oro per tre talenti sottratto al tempio di Apollo. Aveva una figlia di nove anni, ma questo non la trattenne. Le navi presero il largo ed Elena, giunti all’isola di Cranae, là dove adesso sorge il tempio di Afrodite che Unisce, si mostrò nuda all’amante e per la prima volta fu sua. 12 Elena era la donna più bella del mondo, talmente bella che Teseo l’aveva rapita quando non aveva che dodici anni. Al momento del matrimonio, tutti i principi greci avrebbero voluto sposarla e c’erano stati per questo molti rischi di guerra. Il padre suo Tindareo aveva allora convocato i re della Grecia: ”Uno di voi sarà il marito di Elena. Ma prima che venga fatta la scelta, giurate: gli esclusi la difenderanno contro chiunque non accettasse il verdetto e intendesse rubarla”. Fu sacrificato un cavallo e intorno alle sue carni bruciate i principi giurarono. Perciò adesso che Paride l’aveva rapita, tutta la Grecia aveva un solo dovere: riprendere la regina, restituirla al marito. 13 Menelao aveva un fratello, di nome Agamennone. Agamennone era il re di Micene. Fu lui, accompagnato da Menelao e Palamede, a fare il giro delle città per dare la notizia e radunare la flotta. Alcuni cercarono di sottrarsi: il re di Itaca, Odisseo, il quale sapeva che partendo per Troia sarebbe tornato dopo vent’anni, si fece trovare in un campo con in testa un berretto a forma di uovo, nell’atto di seminar sale con un aratro tirato da un asino e un bue. Voleva far credere di essere pazzo, ma Palamede gettò davanti alle zampe degli animali il suo figlioletto Telemaco e Odisseo subito fermò le bestie, mostrando di non essere pazzo e di essere obbligato a partire. Quanto ad Achille, il figlio di Peleo e Tetide, che allora aveva solo quindici anni, la madre lo mandò a Sciro, dal re Licomede, e qui lo fece vestire da donna. Quando era nato, la madre lo aveva immerso nello Stige, per renderlo immortale: ma l’aveva tenuto per un tallone e quella parte del corpo non s’era bagnata ed era rimasta mortale. Ora, nella reggia di Sciro, facendosi chiamare Cercisera, Achille faceva la donna, ed era in effetti un po’ donna: faceva l’amore con Patroclo e molti anni dopo avrebbe amato di un amore insensato il giovane Troilo. Ma i messi di Agamennone, e Odisseo era tra questi, portarono in dono armi e gioielli e quando li misero in mostra videro le donne eccitarsi per i gioielli e solo una tra queste, la cosiddetta Cercisera, prendere subito in pugno le armi e brandirle. Così anche Achille fu imbarcato per Troia. 14 Priamo ed Ecuba e tutti i troiani s’erano innamorati di Elena. Priamo disse: ”Troia perisca, ma Elena non tornerà mai più a Sparta”. Mandarono l’indovino Calcante a interrogare l’oracolo di Delfi e l’oracolo disse che la guerra sarebbe durata dieci anni e che Troia sarebbe stata distrutta. Calcante allora tradì e passò dalla parte dei greci. 15 Agamennone era il capo dell’esercito greco. La flotta era radunata nell’Aulide. Ma non aveva pilota e, una volta preso il largo, sbagliò molte volte la rotta. Finirono in Misia, dove si batterono credendo di essere a Troia. A Lemno, mentre i greci contemplavano l’altare innalzato da Giasone in onore di Atena, un serpente mandato da Hera morse Filottete, già pretendente di Elena e prima ancora famoso per aver acceso la pira dove Eracle aveva immolato se stesso. In cambio di quel favore, Eracle gli aveva regalato la sua faretra piena di frecce. Ma adesso, a causa del morso del serpente, il piede di Filottete prese a marcire e ne veniva un odore insopportabile. Agamennone ed Odisseo, senza badare alle sue grida di indignazione, lo abbandonarono a Lemno.