Paola Tavella, "Amica" 6/2004., 4 giugno 2004
Appena inventata la macchina fotografica da Niepce e Daguerre, Balzac scrisse: «Essendo il corpo formato da numerosi spettri, uno di essi può staccarsi quando avviene l’impressione fotografica e il corpo rimane spoglio di uno dei suoi elementi essenziali
Appena inventata la macchina fotografica da Niepce e Daguerre, Balzac scrisse: «Essendo il corpo formato da numerosi spettri, uno di essi può staccarsi quando avviene l’impressione fotografica e il corpo rimane spoglio di uno dei suoi elementi essenziali. E’ meglio non farsi fotografare». Dopodiché corse a mettersi in posa per sperimentare l’invenzione. Disse allora d’essere stato convinto dalla "Metafisica" di Aristotele: «Preferiamo la vista a tutte le altre sensazioni, non solo quando miriamo a uno scopo pratico, ma anche quando non intendiamo compiere alcuna azione. E il motivo sta nel fatto che questa sensazione, più di ogni altra, ci fa acquistare conoscenza e ci presenta con immediatezza una molteplicità di differenze».