Gabriella Greison, Matteo Lunardini, ཿil manifesto 3/6/2004;, 3 giugno 2004
Lamberto Boranga, portiere che tra il 1961 e il 1980 giocò in A con Fiorentina, Brescia e Cesena, dice che le partite si sono sempre aggiustate, pure ai suoi tempi: "Hanno contattato anche me
Lamberto Boranga, portiere che tra il 1961 e il 1980 giocò in A con Fiorentina, Brescia e Cesena, dice che le partite si sono sempre aggiustate, pure ai suoi tempi: "Hanno contattato anche me. Ma occorre precisare. Se una partita deve finire in parità perché per entrambe le squadre è meglio così, allora in campo i giocatori s’intendono con lo sguardo, non servono telefonate. Poi c’è quello che lo fa in mala fede e va a scommettere. Ricordo il caso tipico di Cesena-Sampdoria, 30 anni fa. A entrambi serviva un punto. Prima di entrare in campo ci guardammo in faccia e ci dicemmo: ”Che vogliamo fare?”. Ma io per perdere non ho mai preso una lira. I pareggi si accordavano dal punto vista istintivo o, per meglio dire, intuitivo".