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 2004  giugno 04 Venerdì calendario

Green Andre

• Nato a Il Cairo (Egitto) il 12 marzo 1927. Psicoanalista. «Uomo d’indiscutibile fascino, più incline al sarcasmo che all’ironia, dallo stile perentorio o per dirla alla francese molto tranchant, non gli piace essere considerato un caposcuola e tanto meno gli va l’appellativo di maestro. Di sé parla poco, butta lì qualche frasetta non esente da una certa civetteria, come: ”Non sono né un signore né un vassallo”, o anche: ”Sono uno dei membri della Società psicoanalitica di Parigi, niente di più?”. Molto di più è André Green, studioso di quelli che non hanno né vogliono avere abilità mediatiche. Secondo un’opinione diffusa, è il più grande analista vivente: in ogni caso è una celebrità nel mondo della psicoanalisi [...] dall’infanzia nell’ambiente cosmopolita del Cairo all’esperienza tra i circoli dell’ospedale Sainte-Anne, dall’incontro con analisti inglesi della statura di Winnicott al rapporto conflittuale con Lacan - hanno attraversato in pieno l’epoca post-freudiana. [...] sembra l’incarnazione della psicoanalisi alla francese, del suo stile inconfondibile che privilegia il culto dell’opera freudiana - secondo lo slogan (lacaniano) del ”ritorno a Freud”- , l’attenzione al dibattito filosofico, il gusto delle applicazioni nella letteratura e nel teatro. Non a caso - tra gli scritti di Green - quelli sull’Amleto di Shakespeare, su Proust o anche su Dostoevskij, non sono affatto marginali. Altri suoi titoli sono ormai dei ”classici”: da Slegare a Narcisismo di vita narcisismo di morte, a Il lavoro del negativo, pubblicati da Borla, o anche i (Astrolabio). Il saggio sugli stati limite della ”follia privata” è uscito invece da Cortina» (Luciana Sica, ”la Repubblica” 4/6/2004).