Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  giugno 03 Giovedì calendario

Atiyah Michael

• Nato a Londra (Gran Bretagna) il 22 aprile 1929. Matematico. « considerato una sorta di eminenza grigia della matematica, e nel passato ha ricoperto i più alti incarichi accademici inglesi. [...] ”In realtà mi chiamo Michelangelo. Ma quando i miei si accorsero che non sarei cresciuto troppo, lo corressero nel meno altisonante Michael”. [...] nato a Londra, è cresciuto a Khartoum e ha studiato al Cairo e Cambridge. [...] ”Mi sento cosmopolita, non sradicato. Ormai, però, dopo cinquant´anni che vivo in Inghilterra, mi sento inglese. E sto imparando a essere scozzese, visto che da poco ci siamo spostati a Edinburgo, la città di mia moglie”. Come mai, nell´opinione di un grande matematico, la matematica è così temuta e odiata dalla gente comune? ” una disciplina precisa e impegnativa, ed è inevitabile che la maggior parte della gente la trovi difficile: io non credo che diventerà mai veramente popolare. A certi livelli può essere divertente, ad esempio quando si tratta di risolvere dei puzzle. E naturalmente servirebbe avere insegnanti migliori. Ma l’importante è che alla matematica sia riconosciuto il suo ruolo centrale nella nostra cultura, come fondamento dell’era tecnologica: i matematici vogliono rispetto, non facile popolarità! [...] Ricordo un episodio divertente di quand’ero rettore del Trinity College: avevamo dato una laurea ad honorem al presidente tedesco, e dopo pranzo il Principe Filippo, che in quanto Duca di Edinburgh è rettore onorario dell’università, doveva scortarlo insieme a me alla sua macchina. Ma poiché il presidente continuava a stringergli la mano per congedarsi, per non imbarazzarlo il Principe lasciò che fossi solo io ad accompagnarlo: così mia moglie dovette intrattenerlo da sola per un intero quarto d’ora, che le sembrò un’eternità! [...] Gli scienziati devono preservare la loro integrità, senza svendersi al governo, all´esercito o all´industria. Il loro compito è duplice: sviluppare la scienza per il beneficio dell’umanità, e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni scientifiche importanti. Ma lo possono svolgere solo se mantengono la fiducia della gente. Quanto ai matematici, il loro lavoro li allena a pensare con precisione, e ad esplicitare ipotesi nascoste: tutte qualità che, applicate alla sfera politica, aiutano a produrre politiche sensate. A partire dai tentativi per preservare la pace”» (Piergiorgio Odifreddi, ”la Repubblica” 3/6/2004).