Varie, 2 giugno 2004
MADOTTO Francesco
MADOTTO Francesco Resia (Udine) 2 giugno 1939. Corazziere • «In pensione dopo aver visto da vicino otto capi dello Stato: Antonio Segni (1962), Giuseppe Saragat (1964), Giovanni Leone (1971), Sandro Pertini (1978), Francesco Cossiga (1985), Oscar Luigi Scalfaro (1992) e Carlo Azeglio Ciampi (1999). Un record. Una vita intera, la sua, trascorsa sul Colle con il desiderio di servire in silenzio (non a caso è un carabiniere) per lasciare ai giovani del reggimento un buon ricordo di sé: “Attraverso l’esempio, con il lavoro, il sacrificio e la rinuncia. Perché prestare servizio alla più alta magistratura dello Stato è un grande privilegio”. Friulano della val di Resia, nato nel 1939 sotto il Monte Canin, dove fu combattuta la Grande Guerra che poi lui rivive a due passi da casa sbirciando sul set di Monicelli Vittorio Gassman e Alberto Sordi (1958-59), Francesco Madotto nasce carabiniere: fa l’allievo sottufficiale a Roma ma, presto, i suoi 195 centimetri di altezza e le ottime attitudini lo portano nel reggimento corazzieri. Tra gli ospiti stranieri che ha visto da vicino ricorda bene il presidente Usa Jimmy Carter: “Cercavano qualcuno che lo accompagnasse mentre faceva jogging nei giardini del Quirinale. Scelsero il sottoscritto perché avevo una buona preparazione atletica”. Medotto non lo rivendica ma è stato anche campione italiano di canottaggio e, come dice lui, “a 65 primavere” si allena per la maratona di New York. Il suo ricordo più caro al Quirinale risale all’11 luglio 1982, la domenica che consacrò l’Italia di Bearzot campione del mondo al Santiago Bernabeu di Madrid. Racconta dunque il Maresciallo di Palazzo, a dire il vero intimidito da quella che dice essere la sua prima intervista: “Era un sabato, al Quirinale arrivò il presidente Pertini che iniziò a parlare di ‘quei poveri ragazzi della Nazionale che non mangiavano abbastanza e che sembravano un po’ deperiti’. Disse il presidente: ‘Non mi importa se vincono o perdono, in ogni caso vado a prenderli con l’aereo, li riporto in Italia e offro loro un pranzo al Quirinale’. A quel punto Pertini si rivolse a me: ‘Vuole venire anche lei, Maresciallo?’. Io allargai le braccia in segno di rassegnazione”. E lui decise: “Bene, ci vediamo domani mattina all’aeroporto’”. Domenica 11 luglio 1982, Sandro Pertini, il segretario generale del Quirinale Antonio Maccanico e una delegazione ristrettissima vola a Madrid: “Raggiungemmo l’albergo della Nazionale e molti giornalisti appostati lì fuori mi chiesero di rivolgere un mucchio di domande ai giocatori. Poi fummo ricevuti dai reali di Spagna e infine, ma con un’ora di anticipo, andammo allo stadio”. Italia-Germania: 3 a 1. Gol di Rossi, Tardelli, Altobelli e Breitner. La gioia di Pertini, il viaggio trionfale di ritorno sull’aereo presidenziale che imbarcò il friulano Enzo Bearzot e i titolari: “Indimenticabile la partita a scopone in aereo tra il presidente, Zoff, Bearzot e Causio. Poi, una volta atterrati, Pertini se li portò tutti al Quirinale per offrire il pranzo che aveva promesso. Quella fu una giornata davvero particolare”. I ricordi del Maresciallo di Palazzo si fermano qui» (Dino Martirano, “Corriere della Sera” 2/6/2004).