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 2004  maggio 29 Sabato calendario

Quando si tratta di sessualità, madre natura è molto più elastica di quanto noi esseri umani siamo portati a pensare

Quando si tratta di sessualità, madre natura è molto più elastica di quanto noi esseri umani siamo portati a pensare. Di recente, per esempio, ha fatto scalpore il caso di una coppia di pinguini maschi dello zoo di New York che, con la complicità di un guardiano, hanno covato e allevato egregiamente un pulcino. Ma numerosi sono anche i casi di omosessualità in natura, dagli insetti ai mammiferi, come ci spiega Giorgio Celli, entomologo ed etologo dell’Università di Bologna al quale abbiamo chiesto di raccontarci cosa dice la scienza a proposito. Professore, quanto è diffuso tra gli animali il comportamento omosessuale? Moltissimo e nei modi più diversi. Ci sono casi di omosessualità coatta, nel senso che il maschio non riesce a distinguere tra i due sessi e quindi rivolge le sue attenzioni a qualsiasi individuo alla sua portata. Ci sono anche insetti che, se hanno vissuto in una comunità di maschi, per il resto della vita continuano a preferire il proprio sesso. Ma c’è anche il caso di alcuni piccoli pesci. Si è visto, per esempio, che tra gli spinarelli che vivono in ambienti affollati capita che alcuni maschi assumano un comportamento femminile e, così, altri li corteggiano e compiono tutto il rituale sessuale, che però non porta ovviamente a nessuna nascita. Ma i casi conosciuti sono numerosi, anche a livello aneddotico, soprattutto tra gli animali domestici, anche perché sono quelli più alla portata del nostro sguardo. Tra uccelli, tra cani, tra gatti e anche tra i maiali si possono sviluppare delle affettuose relazioni tra individui dello stesso sesso. Come spiega questo fenomeno? Una delle ipotesi avanzate qualche anno fa, e che ora è un po’ sfumata, è che servisse per limitare l’incremento delle popolazioni. Ciò supporta l’idea che la presunta innaturalità del comportamento omosessuale dipenda dalle circostanze. Mi spiego: in un periodo di esplosione demografica e con risorse ambientali limitate, può essere più sensato non fare figli piuttosto che farli. In effetti è una tesi un po’ provocatoria ma non del tutto assurda. E oggi cosa dice la scienza? In verità, il determinismo dell’omosessualità negli animali, e negli uomini, rimane misterioso. Non ci sono teorie ma soltanto ipotesi. Una è quella che pensa a una sorta di fenomeno di imprinting, nel quale sarebbero fondanti le esperienze nei primi giorni di vita, un’altra chiama in causa il fenomeno della dominanza. C’è per esempio un comportamento pseudo -omosessuale tra gli scimpanzé, per cui quando due individui s’incontrano, quello dominante simula la monta dell’altro. Diverso è il caso degli scimpanzé pigmei, o bonobo (a sinistra nella foto), tra i quali l’omosessualità messa realmente in pratica è molto più frequente, sia tra maschi che tra femmine. Anche se non ci sono mai scelte definitive. Diciamo che è una specie bisex.