Simona Lambertini, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 29 maggio 2004
A un passo dal sogno di vedere oggi un mammut in carne e ossa, è fallita la clonazione tentata da un gruppo di scienziati giapponesi e russi a partire da cellule di una zampa di un esemplare trovato nella Jakuzia, nel nord della Russia
A un passo dal sogno di vedere oggi un mammut in carne e ossa, è fallita la clonazione tentata da un gruppo di scienziati giapponesi e russi a partire da cellule di una zampa di un esemplare trovato nella Jakuzia, nel nord della Russia. Gli scienziati speravano di poter estrarre del Dna completo, visto l’ottimo stato di conservazione dell’animale, rimasto per circa 20mila anni a una temperatura di -20 °C. Il Dna sarebbe stato utilizzato per creare un embrione da impiantare in una femmina di elefante che avrebbe portato a termine la gravidanza. Nonostante i tentativi, le cellule dei tessuti erano troppo danneggiate per poter portare a termine la clonazione. Akira Iritani, della Kinki University capo dell’impresa, già noto in Giappone per il suo impegno nel voler riportare alla luce animali estinti, non si arrende: la ricerca in Siberia continuerà, nella speranza di trovare tessuti con Dna intatto e rendere reale il sogno di clonare un mammut. Nella foto a destra, in laboratorio un frammento di mammut viene datato con il metodo del carbonio 14.