Cosina Arturi, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 29 maggio 2004
André Wiese, lei cura la sezione egizia dell’Antikenmuseum di Basilea. Che riscontro sta avendo la mostra? L’interesse è enorme
André Wiese, lei cura la sezione egizia dell’Antikenmuseum di Basilea. Che riscontro sta avendo la mostra? L’interesse è enorme. Ogni giorno una media di 3.000 visitatori vengono ad ammirare i tesori raccolti. Una nuova egittomania si sta diffondendo, dopo le ultime grandi esposizioni degli anni Ottanta in Germania e nel Regno Unito. Un fenomeno che tocca, oltre alla Svizzera, anche Paesi confinanti come la Francia, la Germania e l’Italia. Rispetto alle precedenti esposizioni su Tutankhamon, abbiamo voluto presentare il suo tesoro in un contesto più ampio: ai 50 oggetti della sua camera mortuaria ne abbiamo affiancati 70 provenienti da altre tombe reali. Ci siamo concentrati sul corredo funerario dei re della XVIII dinastia, che hanno ricevuto sepoltura nella valle dei Re. Come si svolge la visita? L’allestimento della mostra è pensato per il grande pubblico. Durante il percorso abbiamo limitato i testi scritti a note succinte inserite nelle teche. Ogni pezzo, tuttavia, è diffusamente descritto nella guida che viene distribuita gratuitamente ai visitatori della mostra. Questa è suddivisa in tre parti: la prima dispiega reperti risalenti al medio periodo della XVIII dinastia; la seconda comprende il corredo tombale di Yuya e Tuya, suoceri del grande faraone Amenofi III, con reperti molto ben conservati rinvenuti nel 1905 dall’americano Davis. La terza parte, infine, è dedicata al tesoro di Tutankhamon. Qui, una fotografia a scala gigante della prima camera della sua tomba, così come è stata trovata nel 1922 da Carter, fa da sfondo a un modello della camera in scala 1:1. così possibile osservare i vari reperti nella loro posizione originale all’interno della stanza. Le decorazioni pittoriche sono state realizzate dall’egittologo tedesco Wolfgang Wettengel a immagine di quelle originali. Cosina Arturi