Zahi Hawass, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 29 maggio 2004
Con questo articolo dedicato alla grande mostra di Tutankhamon inaugurata a Basilea, Zahi Hawass, direttore del Museo Egizio del Cairo, considerato uno dei maggiori egittologi del mondo inizia la sua collaborazione con "Macchina del Tempo" Sono andato a Basilea, in Svizzera, per l’inaugurazione della mostra – Tutankhamon - l’Oro dell’aldilà”
Con questo articolo dedicato alla grande mostra di Tutankhamon inaugurata a Basilea, Zahi Hawass, direttore del Museo Egizio del Cairo, considerato uno dei maggiori egittologi del mondo inizia la sua collaborazione con "Macchina del Tempo" Sono andato a Basilea, in Svizzera, per l’inaugurazione della mostra – Tutankhamon - l’Oro dell’aldilà”. Non avrei mai creduto che un evento del genere si potesse realizzare, dopo che 25 anni fa, in Germania, si ruppe l’ureo (un cobra sacro sul copricapo dei re egiziani) sulla testa della divina Sekhmet. Il parlamento egiziano deliberò che i manufatti di Tut non uscissero mai più dal paese. Tuttavia, abbiamo bisogno che re Tut ci aiuti a trovare i fondi per costruire il Grande Museo in Egitto, e così il parlamento ha acconsentito che il re dorato d’Egitto viaggiasse di nuovo. Ho esclamato: «Il re è tornato!». L’esibizione catturerà i cuori di ciascuno di noi e ci riporterà indietro nel tempo, al 4 novembre del 1922, allorché Howard Carter scoprì la tomba di re Tut. Quando la gente visiterà la mostra, parlerà della morte prematura di re Tut e, attraverso i manufatti, potrà saperne di più. Inoltre, i racconti della cosiddetta maledizione di re Tut riemergeranno di nuovo. ”Tutankhamon - l’Oro dell’aldilà” comprende più di 50 pezzi provenienti dalla tomba del faraone, e 70 oggetti mai visti fuori dall’Egitto. I manufatti di Tutankhamon sono stupefacenti e cattureranno l’immaginazione di tutti. L’oggetto che preferisco tra quelli esposti è un pezzo di gioielleria: una collana che mostra Tutankhamon tra Ptah e Sekhmet. Fu disegnata per conferire magica protezione al re. d’oro, con intarsi d’argento, quarzo, calcite, elettro, e pasta di vetro. Nel pendente è raffigurato il re che indossa il casco da guerra blu, e tiene il bastone ricurvo e il flabello (emblema della sovranità), tra le figure sedute di Ptah, dio degli artigiani e patrono di Menfi, e la consorte Sekhmet. Tut è protetto dalle ali della dea Maat, in piedi davanti a lui. Tra gli oggetti ci sono poi due splendide statuette di Tutankhamon. Una, in legno ricoperto di foglia d’oro, rappresenta Tut in cammino, su una base nera con un’iscrizione che identifica la statua come ”Il Dio Buono, Nebkheperure, giustificato”, uno dei nomi di Tutankhamon. Il re indossa la corona bianca dell’Alto Egitto con l’ureo, un ampio collare, e un gonnellino. Uno dei manufatti più sorprendenti è poi un ventaglio in legno dorato, trovato nella camera sepocrale. Da un lato c’è Tutankhamon sul suo carro che tira le frecce a due struzzi. I suoi due cavalli indossano ornamenti e sono rappresentati al galoppo, ripresi dalla tradizione artistica egea. Il cane da caccia reale sta per attaccare gli uccelli. Sull’altro lato, un’iscrizione dice che il re sta cacciando tanto fieramente come Baset e i suoi cavalli che hanno la forza di un toro. La scena da questa parte mostra il seguito della caccia: il re è alla guida del suo carro e tira le briglie dei cavalli; davanti a questi ci sono due servitori che trasportano gli struzzi morti. Il testo sul manico dice che il re prese le piume di struzzo nel deserto orientale di Heliopolis. Spero che da tutto il mondo arrivi gente a visitare il più famoso ambasciatore d’Egitto re Tut, e percepisca il mistero e la magia dell’antico Egitto attraverso i suoi straordinari manufatti. Zahi Hawass