Giusy Cinardi e Isabella Vergara Caffarelli, Macchina del Tempo, giugno 2004 (n.6), 29 maggio 2004
Tokyo - Per la prima volta degli scienziati sono riusciti a far nascere un mammifero (un topolino) dall’unione del Dna di due femmine, senza alcun contributo paterno: si chiama Kaguya (nella foto sotto), dal nome del protagonista di una fiaba giapponese, è già adulto e ha partorito a sua volta
Tokyo - Per la prima volta degli scienziati sono riusciti a far nascere un mammifero (un topolino) dall’unione del Dna di due femmine, senza alcun contributo paterno: si chiama Kaguya (nella foto sotto), dal nome del protagonista di una fiaba giapponese, è già adulto e ha partorito a sua volta. A condurre l’esperimento, riportato sulla rivista ”Nature”, è stato lo scienziato Tomohiro Kono, dell’Università dell’Agricoltura di Tokyo. I ricercatori giapponesi hanno mutato il materiale genetico di un uovo in modo che avesse determinati ”caratteri maschili, e lo hanno iniettato in un altro uovo. Quindi, hanno attivato il prodotto, innescando lo sviluppo. Ma il proposito – avvertono – non è creare un mondo senza uomini: la tecnica, infatti, ha una bassa efficienza (solo 2 embrioni su 598 si sono sviluppati, e uno è sopravvissuto), e non è detto che nell’uomo funzioni. L’intento, semmai, è trovare un metodo alternativo, eticamente accettabile, per produrre cellule staminali umane, che ora si ricavano da embrioni. Le staminali possono trasformarsi in vari tessuti del corpo, fornendo un ”serbatoio” per curare molte malattie, dal Parkinson all’infarto.