Quattroruote Dicembre 1966, 28 maggio 2004
L’infrazione del ministro Preti Sono un giovane lettore abbonato a Quattroruote. (...) Mi trovavo il 30 settembre a passare con il mio mezzo per via Marsala, dietro la stazione Termini, ove esiste un passaggio pedonale regolato da apposito segnale semaforico
L’infrazione del ministro Preti Sono un giovane lettore abbonato a Quattroruote. (...) Mi trovavo il 30 settembre a passare con il mio mezzo per via Marsala, dietro la stazione Termini, ove esiste un passaggio pedonale regolato da apposito segnale semaforico. erano circa le 17 e 30 quando da una Fiat 2300 nera fermatasi accanto al marciapiede opposto alla stazione vedevo scendere il Ministro delle finanze, on. Luigi Preti. Conoscendo la fama di uomo ligio alle leggi, abile tecnico e amministratore, ed esperto politico, della quale gode l’onorevole Preti, ed avendo letto a più riprese le sue dichiarazioni, sempre sobrie, serene, anticonformiste e lodevoli, se mi posso permettere il modestissimo plauso, anche se non condivido del tutto l’idea del Ministro, mi sarei aspettato da lui che, presa visione di un vistoso Alt rosso destinato a lui e agli altri pedoni in attesa e di un altrettanto vistoso ed ingente traffico che data l’ora cominciava ad infittirsi paurosamente, si fermasse in attesa del verde ormai prossimo, in memoria del ”buon esempio”, sempre così scarso, del rispetto delle leggi. Invece l’onorevole Preti, con passo deciso, attraversava la strada, diretto verso la stazione, con la logica conseguenza di costringere il flusso veicolare a una serie di brusche frenate. (...) Io posso solo aggiungere che è ancora vivissimo nella mia memoria un analogo episodio, accaduto tempo fa. Vidi il sen. Merzagora, in quei giorni anche Presidente della Repubblica, a bordo della lancia Flaminia ”presidenziale” e scortato da cinque automezzi civili della polizia, rientrava alla sua residenza all’ora di pranzo, facendo pazientemente la fila ai semafori rossi, mentre valendosi delle sirene avrebbe potuto disimpegnarsi facilmente. Giovanni Ferrante, Roma Dicembre 1966