L’Indipendente 23/05/2004, 23 maggio 2004
il matrimonio di Sacher-masoch Nel 1870 Leopold von Sacher-Masoch, docente di storia all’università di Graz, pubblicò il romanzo erotico Venere in pelliccia, con cui ottenne il successo che i precedenti libri (saggi storico-politici) non erano riusciti a garantirgli
il matrimonio di Sacher-masoch Nel 1870 Leopold von Sacher-Masoch, docente di storia all’università di Graz, pubblicò il romanzo erotico Venere in pelliccia, con cui ottenne il successo che i precedenti libri (saggi storico-politici) non erano riusciti a garantirgli. Nel 1872 aveva 36 anni ed era già abbastanza famoso quando attirò l’attenzione di Aurora Rümelin: magro, vestiti neri, il volto pallido e affilato, sguardo tormentato, colpì profondamente la fantasia della ragazza che lo vide camminare per le vie di Graz. Lei, ventottenne, di professione guantaia, pensò di scrivergli lettere che firmava come Wanda von Dunaiew, l’eroina di Venere in pelliccia. Dopo lo scambio di alcune missive, Masoch volle conoscerla: quella si presentò con il volto nascosto da un velo, ma a lui piacquero subito le mani robuste di lei e la volgarità. S’innamorarono fino a sposarsi e a generare tre figli. Lo scrittore le fece firmare un contratto: «Mio schiavo, le condizioni alle quali vi accetto come schiavo e vi tollero vicino sono le seguenti: dovete rinunciare totalmente al vostro Io. Non avrete altra volontà che la mia. Siete tra le mie mani uno strumento passivo che esegue senza discutere tutti i miei ordini. Se per caso un giorno non mi obbediste più in tutto e per tutto, avrò il diritto di frustarvi. Se vivrò nel lusso lasciandovi nel bisogno, se vi schiaccerò sotto i piedi, dovrete senza lamentarvi baciare il piede che vi schiaccia». Quand’erano lontani, le mandava lettere in cui mescolava quotidianità familiare e desiderio di violenza: «I bambini stanno tutti bene e sono buoni. Quanto sarei felice di ricevere un solo calcio da te, non occorre che te lo dica». Una volta la obbligò a brandire uno staffile, avvolta in una pelliccia d’ermellino, in piedi davanti a lui mentre un odontoiatra nel più completo imbarazzo gli estraeva un dente. Dopo dieci anni di matrimonio Aurora-Wanda lo abbandonò per seguire a Parigi Armand Rosenthal, giornalista di ”Le Figaro”. Raccolse le memorie della sua vita con Sacher-Masoch in Germania nel 1906 con il titolo Le mie confessioni: «Non passò giorno senza che io frustassi mio marito. All’inizio ciò mi costò un grande sforzo, ma poco a poco mi abituai».