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 2004  maggio 27 Giovedì calendario

Ibarra HugoBenjamin

• El Colorado (Argentina) 1 aprile 1974. Ex calciatore. Vicecampione d’Europa col Monaco nel 2003/2004, giocò anche con Boca Juniors, Porto, Espanyol • «Detto “el Negro”. Il principe Alberto, tifosissimo della sorprendente squadra del suo paese dei balocchi, è un gran sostenitore di Ibarra. “Siempre barbaro”, gli ha detto incontrandolo negli spogliatoi prima della semifinale di Champions League col Chelsea. Poi gli ha chiesto in regalo una rabona delle sue. Colpo antico ma sempre efficace, alla maniera della volèe smorzata di rovescio nel tennis. Chi ha visto la partita di andata Monaco-Chelsea sa come: un cross dalla linea di fondo col sinistro incrociato dietro la gamba destra ha illuminato all’improvviso la partita di Ibarra, poi vinta dal Monaco per 3-1. Ma nella decisiva partita di ritorno il terzino ha fatto di meglio, segnando di mano allo scadere del primo tempo il gol del 2-1 che ha schiantato il morale del Chelsea. Così, all’indomani, i giornali inglesi hanno potuto rispolvera una delle ossessioni nazionali dai tempi di Maradona e della Falkland: “Mano de dios”. Tempi lontani, troppo (quando nascerà un Maradona irakeno?). Ibarra ha subito rimesso le cose al loro posto: “Diego non ha mai commentato quel suo tocco. Io con umiltà ammetto di aver toccato la palla con la mano, ma senza volontarietà. Ero convinto che fosse già entrata in porta”. Bene. Ma che ci fa nel principato di Monaco questo cavaliere di ventura, efficace cursore di fascia alla Cafu o alla Roberto Carlos, nato in un paese di 15.000 abitanti al confine col Paraguay? Buona domanda. Ibarra se la fa più o meno tutti i giorni. “C’è la terra e da un’altra parte c’è Monaco, un altro pianeta - racconta - la gente va allo stadio perché sabato e domenica è tutto chiuso e cerca una distrazione qualsiasi. Guardi le tribune e vedi uno che fuma un sigaro, un altro che guarda il cielo, delle ragazze che parlano dei cavoli loro. I tifosi non hanno neanche una canzone, sanno gridare soltanto: Mo-na-co! Mo-na-co! E quando perdi una partita non gliene frega niente”. E dire che in carriera Ibarra ne ha già viste parecchie. Dalla squadra del suo quartiere - a El Colorado, venti chilometri da un borgo che si chiama Perdido – all’Atletico Nacional di Formosa, ai Defensores, al Colon di Santa Fè e infine al Boca è già un bel pezzo di strada. Arrivato in Europa grazie al Porto che l’ha preso nella stagione 2000-2001, non ha mai giocato nella squadra portoghese. È tornato al Boca, è andato in prestito al Monaco» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 26/5/2004).