Giuseppe Scaraffia, "Il Sole - 24 Ore" 9/5/2004., 9 maggio 2004
Jean-Jacques Rousseau a Venezia si commosse davanti al corpo perfetto di Zulieta, costretta a prostituirsi per vivere
Jean-Jacques Rousseau a Venezia si commosse davanti al corpo perfetto di Zulieta, costretta a prostituirsi per vivere. Dopo che quella l’ebbe blandito a sufficienza, fu colto da un altro pensiero: scoprire in tanta bellezza almeno un’imperfezione. Perlustrò con cura tutte le membra finché non trovò che un seno non aveva capezzolo (scrisse dopo: «Tenevo tra le braccia solo una specie di mostro, il rifiuto della natura»). Ne parlò con la ragazza, che quindi lo congedò: «Lascia stare le donne e studia la matematica».