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 2004  maggio 22 Sabato calendario

WONG Kar-wai Shanghai (Cina) 17 luglio 1958. Regista • «Il cinema del regista nato a Shanghai [

WONG Kar-wai Shanghai (Cina) 17 luglio 1958. Regista • «Il cinema del regista nato a Shanghai [...] è, in modo principesco, un cinema di incantamento dei sensi - vista e udito, tatto, olfatto anche se il cinema non si odora e non si tocca - e di piacere assoluto dell’immaginazione. Un cinema di puro godimento erotico nel senso più ampio, lussureggiante e lussurioso. Perché è popolato di donne affascinanti e misteriose, perché Wong Kar Wai costruisce con la sua fantasia un mondo di memorie e di nostalgie - i suoi preferiti sono gli anni 60 - fatto di una miriade di dettagli d’ambiente cui dedica una cura maniacale. Dai baffetti di Tony Leung ai suoi capelli lucidi di brillantina, dai seducenti abiti che fasciano Gong Li e Zhang Ziyi alle loro labbra rosse. Imperatore del feticismo messo al servizio di uno stile personalissimo, Wong Kar Wai ha dei complici fondamentali, dall’australiano Christopher Doyle alla fotografia al multiforme William Chang montatore e anche creatore di costumi e scenografie, al giapponese Umebayashi Shigeru assemblatore di suggestioni sonore [...]» (Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 27/10/2004). «Molti critici si spazientiscono, le signore si inteneriscono. Nessuno sa raccontare l’amore come lui, l’amore malinconico nel momento in cui non è ricambiato, l’amore che si consuma, che separa e diventa incancellabile nostalgia. [...] Platee di tutto il mondo hanno singhiozzato per il languore amoroso del suo In the mood for love e la passione senza futuro tra la tenera nuca di Tony Leung e il profilo d´avorio di Maggie Cheung [...] ”Hong Kong, dove vivo, nel 1958 era un villaggio, quando io avevo cinque anni e i miei genitori vi si stabilirono, continuando a rimpiangere la loro Shanghai. Oggi tra i due luoghi non c’è più differenza, sono entrambi cosmopoliti e con una gioventù molto dinamica e vitale» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 22/5/2004). « il solo regista ancora capace di trafiggere gli spettatori con una sola lacrima che scende desolata sulle guance di perla di creature bellissime, donne, uomini o androidi, feriti dall’amore infelice. il solo a emozionare mostrando una mano d’uomo che, tenendo una sigaretta tra le dita, bussa incerta e leggera su un vetro, se dietro quel vetro c’è una donna che si nega. il solo che sa raccontare la più intensa passione fisica, quella che lascia graffi e contusioni, che fa gridare, tremare letti e pareti e lasciare sfiniti i due contendenti, senza mostrare nudità, ”non perché ci sia una qualche forma di censura, ma perché le attrici cinesi sono molto tradizionaliste e pudiche”. [...] arrivato quasi infante ad Hong Kong da Shangai, è anche uno di quei registi di massima pericolosità aristocraticamente insensibile alla salute mentale e finanziaria dei produttori. [...] ”L’amore si può raccontare solo se è breve, contrastato e infelice: se è ricambiato, pacifico ed eterno, diventa noiosissimo, anche nella vita”. [...]» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 16/10/2004). «Continua ad esplorare gli sbalzi del cuore, il dittico attuale di Rimorso & Rimpianto. [...] dice di essere un filmaker e quindi fatalmente romantico ma non fa film per signore dal fazzoletto facile: ”In amore uomini e donne soffrono uguale e ogni storia è a sé, non si sa mai quando finisce [...] Sono melanconico al 70%, c’è gente che si ferma al 5%, dipende. Quando parlo degli anni ”60, quelli della mia giovinezza, ne sento molta nostalgia [...] In Europa lo adorano, ma anche in Cina Wong Kar-wai ha molti fan, ”più a Shangai, dove sono nato, che a Hong Kong, luogo per noi di passaggio. Del resto non è che abbiamo solo fatto film di kung-fu ed oggi il regime è più libero”» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 22/5/2004).