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 2004  maggio 22 Sabato calendario

Salsano Alfredo

• Roma 1936, 21 maggio 2004 • «Coordinatore editoriale della Bollati Boringhieri [...] un uomo d’editoria all’antica, devoto al ”mestiere” in modo severo e persino monacale. Ha scritto non molto, e soprattutto da studioso del pensiero politico ed economico: nel ”79 curò per Laterza una monumentale Antologia del pensiero socialista, nell’81 un’altra sulla Seconda internazionale; nell’87 firmò per Einaudi Ingegneri e politici: dalla razionalizzazione alla rivoluzione manageriale. Ma sono forse le sue prefazioni e le sue traduzioni, numerosissime, il cuore di una lunga attività intellettuale. Ha pubblicato, da intellettuale editore, soprattutto ”libri degli altri”, per usare un’espressione calviniana. Tutti discussi, e importanti. Ha introdotto in Italia il pensiero ”antiutilitarista” di matrice francese nato intorno al gruppo del ”Mauss” (Serge Latouche, Jacques Godbout, Gérald Berthoud, Jean-Luc Boilleau e Alain Caillé) destando su questa base, lui uomo di sinistra, un forte interesse nell’estrema destra. E sempre preferendo tradurre di persona i testi per la sua casa editrice: dove ”sua” non significa solo quella per cui lavorava. Dopo la scomparsa di Giulio Bollati, l’identificazione del marchio editoriale con il lavoro di Salsano è stata totale, in un’ideale continuità con l’amico. Era nato nel 1936 a Roma, dove si era laureato in lettere moderne, anche se la sua formazione culturale deve però molto alla Francia; tanto che è stato docente all’Università Paris III. Il primo grosso impegno italiano fu l’Enciclopedia Einaudi, a partire dagli anni ”70, quando lavorò a stretto contatto con il direttore Ruggiero Romano, e per la quale scrisse, nel quinto tomo, proprio la voce ”Enciclopedia”. Nacque così un rapporto di grande comunanza intellettuale con Giulio Bollati, che seguì nella nuova avventura editoriale quando questi, lasciato lo Struzzo, acquistò la Boringhieri. Il suo interesse specifico era l’economia politica, a cavallo tra sociologia e antropologia, e le sue passioni si chiamavano Marc Augé, l’antropologo francese teorico dei non-luoghi, Zygmund Baumann, il teorico del comunitarismo, o Walter Rathenau, l’imprenditore e ministro simbolo quasi mitico di capitalista con grande utopie sociali nella repubblica di Weimar; ma il fiuto letterario non era da meno. Come ricorda Ernesto Ferrero, suo collega negli anni einaudiani, fu lui, per esempio, a scoprire lo scrittore pellerossa William Least Heat-Moon, con quello Strade blu che rappresentò poi un fenomeno di culto, e persino Bruce Chatwin, che però non riuscì a ”catturare”, perché in quel caso prevalse l’Adelphi. Aveva un progetto cui era fedele: l’editoria di cultura e di catalogo, che difese e promosse in ogni modo, soprattutto negli ultimi anni, grazie anche al sostegno convinto di un editore-mecenate come Romilda Bollati di Saint Pierre. Contro le grandi case commerciali pubblicò il libro-scandalo di André Schiffrin (Editoria senza editori), e per sottolineare la sua adesione lo volle prefare egli stesso, parlando di ”desertificazione” indotta dal culto del mercato, dal ”modello americano dilagante”. E contro la ”desertificazione” lanciò insieme a un gruppo di librai il progetto ”slow book”, per mettere insieme librerie di catalogo ed editori di qualità. Forse è stata l’ultima utopia fra le molte di un intellettuale che ci credeva davvero. Romilda Bollati, presidente della casa editrice, lo ricorda con dolore e rimpianto: ”Aveva sviluppato e continuato pienamente, certo in base alla sua sensibilità, il progetto editoriale su cui era nata la Bollati-Boringhieri. E devo dire che per me, con il suo carattere chiuso, a volte persino sgradevole, e la sua bontà straordinaria, la sua immensa capacità di lavoro, la sua intelligenza, riempiva non poco il vuoto lasciato da mio fratello Giulio. [...] Era un uomo che viveva di libri, che respirava libri» (Mario Baudino, 22/5/2004).