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 2004  maggio 16 Domenica calendario

Le versioni del Corano precedenti a quella canonica sono qualcosa di mitico e introvabile. Il califfo Othman aveva dato ordine di bruciarle per evitare polemiche sulla stesura definitiva

Le versioni del Corano precedenti a quella canonica sono qualcosa di mitico e introvabile. Il califfo Othman aveva dato ordine di bruciarle per evitare polemiche sulla stesura definitiva. Ma durante i lavori di ristrutturazione di una delle più antiche moschee, è stata trovata una antica pergamena in cui, come si è scoperto, c’è un palinsesto, un testo nascosto, che rappresenta proprio una versione del Corano antecedente quella canonica con un riferimento al divieto di prendere le armi durante il Ramadan. La scoperta si deve alla direttrice della Fondazione Ferni Noja Noseda per gli studi islamici, Alba Fedeli. «Il contenuto riguarda il versetto 217 della seconda Sura» - spiega in anteprima per ”l’Indipendente” la Fedeli - «dove il peccato di fare guerra nel mese sacro è ancora più minimizzato che nella versione canonica. A Maometto, dunque, la cosa importava meno di quanto hanno voluto far credere i suoi successori. L’episodio cui si riferisce il palinsesto non è la battaglia di Badr ma un fatto di poco anteriore. Alla fine di Ragiab, mese sacro durante il quale, secondo la consuetudine radicata negli arabi di allora, non si potevano impugnare le armi, Abdallah figlio di Gahl al-Asadi con alcuni ”emigrati” assalì a Nakhlah una carovana della tribù d’origine di Maometto. Non rispettò il precetto perché l’occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Quanto accadde suscitò indignazione e turbamento, si gridò allo scandalo. E Maometto allora rivelò il versetto 217 della II sura». In questa versione arcaica, il mancato rispetto del periodo proibito viene sanzionato in maniera meno pesante di quanto non avvenga nelle versioni successive. Evidentemente, il Profeta non riteneva l’infrazione poi così grave.