L’Indipendente 16/05/2004, 16 maggio 2004
la divisione del bottino Il Profeta riuscì a riportare la calma, rimandò la divisione e ordinò di gettare i cadaveri in uno dei pozzi interrati
la divisione del bottino Il Profeta riuscì a riportare la calma, rimandò la divisione e ordinò di gettare i cadaveri in uno dei pozzi interrati. In breve rimase all’aria aperta solo il corpo di un caduto molto pingue le cui carni si erano già gonfiate e decomposte. Nessuno ebbe il coraggio di toccarlo. Per il resto l’ordine fu rapidamente eseguito. Poi precipitosamente fu abbandonato il teatro della carneficina. A sera, gli uomini erano talmente stanchi, nel campo di Uthayl, che Maometto non trovò chi volesse montare la guardia. In Sayar, un burrone fra i monti, l’Inviato di Dio fece sosta a un albero e divise il bottino. Prese prima una parte per sé, poi distribuì il resto in modo che a ogni uomo toccasse o un cammello col finimento completo, o due cammelli, o cuoio. Le armi e gli oggetti personali furono lasciati a chi ne aveva ucciso il proprietario. Questo comportamento si iscriverà come dogma di fede nelle pagine del Corano. Lo sconcerto regnava alla Mecca. La città dove Maometto era nato circa 50 anni prima apprese che i combattenti mandati a difendere la carovana «si erano comportati da donnicciole». E decise di non mandare subito a riscattare i prigionieri per non dare soddisfazione al nemico emigrato alla Medina coi suoi seguaci. Ma entro sei settimane, tutti i prigionieri furono riscattati, con somme che variavano, secondo il censo, da mille a quattromila dirham. Quando alla Medina, la domenica prima di mezzogiorno, arrivarono due messi di Maometto con la notizia della vittoria, uno incaricato di diffonderla nella parte bassa della città, l’altro in quella alta, nessuno voleva credere alle proprie orecchie. In particolare gli ebrei mostrarono scetticismo. Non sapevano che sarebbero state le prossime vittime del Profeta. E che le loro proprietà, passando nelle mani di quest’ultimo, ne avrebbero definitivamente risolto i problemi economici che lo avevano spinto alla rapina dei pozzi di Badr. antonio armano