Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  maggio 15 Sabato calendario

L’età è nemica delle ossa. Con il passare degli anni il delicato equilibrio di costruzione e demolizione del tessuto osseo, che caratterizza tutta la vita, si rompe

L’età è nemica delle ossa. Con il passare degli anni il delicato equilibrio di costruzione e demolizione del tessuto osseo, che caratterizza tutta la vita, si rompe. «Nelle donne, il calo di estrogeni che si verifica in seguito alla menopausa fa sì che si demolisca più osso di quanto se ne forma. Questo porta a una perdita di calcio e quindi all’osteoporosi» spiega Domenico De Aloysio, ginecologo al Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. «Con la diminuzione della densità ossea aumenta il rischio di andare incontro a fratture, soprattutto a livello della colonna vertebrale, dei polsi, dell’anca e del femore». Ed è proprio la frattura del femore che spaventa di più, perché può portare a invalidità permanente. La frequenza di questo incidente aumenta in modo esponenziale dopo i 65 anni, e arriva a 400 casi su 10.000 nelle donne con più di 85 anni. Per contrastare l’osteoporosi, molte donne ricorrono alla terapia ormonale sostitutiva che, con pillole o cerotti, permette di compensare la mancanza di ormoni. Ma sulla reale utilità di questi farmaci ci sono pareri contrastanti. Tre anni fa, una ricerca condotta da David Torgerson e Sally Bell-Syer, dell’Università di York (nel Regno Unito), e pubblicata sulla rivista ”Jama”, cercava di mettere un po’ di ordine. Dalla panoramica dei dati ottenuti dagli studi precedenti, i due ricercatori concludevano che l’assunzione di estrogeni è efficace nel prevenire le fratture, almeno quelle che non interessano la colonna vertebrale. Va detto che quella ricerca era finanziata da importanti industrie farmaceutiche. E tuttavia, stando ai numeri riportati su ”Jama”, la riduzione del rischio non sarebbe piccola: le donne che hanno meno di 60 anni, e che quindi hanno iniziato ad assumere ormoni da poco tempo, vedono diminuire di un terzo il rischio di fratture. I distretti che ricevono i maggiori benefici dalla terapia ormonale sostitutiva sono il polso e l’anca, per cui la diminuzione del numero di incidenti è pari a quasi il 50 per cento. «La terapia ormonale sostitutiva è effettivamente efficace perché contrasta la perdita di calcio» spiega De Aloysio. Alcuni studi recenti hanno però mostrato che l’assunzione di ormoni può dare problemi sul lungo periodo perché, per esempio, fa aumentare il rischio di tumore della mammella. «D’altro canto» prosegue il medico «la terapia va proseguita per almeno cinque anni perché sia efficace». Per De Aloysio, la soluzione è allora quella di «valutare il rischio individuale di frattura (non uguale per tutte le donne) e personalizzare la terapia in base a questo». Nel decidere se assumere o no le pillole, va poi tenuto conto che «la terapia ormonale sostitutiva è efficace anche contro altri sintomi della menopausa, come le vampate di caldo, oppure la secchezza vaginale. Inoltre, migliora l’aspetto della pelle» prosegue il medico. Il grado di osteoporosi si misura con la densitometria ossea. Tuttavia «non è detto che se la densità risulta bassa quella donna andrà necessariamente incontro a fratture» dice lo specialista. Accanto al risultato dell’esame, vanno considerati gli altri fattori di rischio, come l’età, il fatto di aver avuto altre fratture in precedenza, l’inattività fisica, la magrezza eccessiva, il fumo e l’abuso di alcol. Inoltre «la terapia ormonale sostitutiva non è la sola strategia disponibile contro la fragilità delle ossa» puntualizza De Aloysio. Per prevenire le fratture, soprattutto quando si sono già verificate, esistono altri farmaci, come i bifosfonati o il raloxifene. Ma non bisogna dimenticare che anche un’alimentazione ricca di calcio permette di mantenere più forti le ossa. Dopo la menopausa, le donne dovrebbero assumere circa un grammo e mezzo al giorno di questo minerale (un litro di latte ne contiene circa 1.200, mentre lo yogurt e i formaggi freschi ne hanno in media rispettivamente 100 e 200 l’etto). Se questo valore non viene raggiunto in tavola, si possono prendere gli integratori dietetici che contengono sia calcio sia vitamina D3. Ma anche l’attività fisica permette di ridurre considerevolmente il rischio di fratture, quando però non comporti il sollevamento di pesi eccessivi o l’esecuzione di movimenti bruschi. Inoltre, rinforzando i muscoli e mantenendo il fisico agile, la ginnastica riduce il rischio di cadute, che nelle persone anziane rappresentano una delle cause più importanti di fratture.