Margherita Fronte, Macchina del Tempo, maggio 2004 (n.5), 15 maggio 2004
Lei vive di più: in Italia, in media, 82 anni, contro i 75 di lui. E, poiché gli estrogeni hanno un’azione protettiva sul cuore, soffre meno per le malattie cardiache: all’età di 40 anni un uomo su due, e una donna su tre, può considerarsi a rischio di malattia coronarica
Lei vive di più: in Italia, in media, 82 anni, contro i 75 di lui. E, poiché gli estrogeni hanno un’azione protettiva sul cuore, soffre meno per le malattie cardiache: all’età di 40 anni un uomo su due, e una donna su tre, può considerarsi a rischio di malattia coronarica. Lei ha a disposizione ben due test, eseguiti a tappeto su tutta la popolazione per diagnosticare, nelle fasi precoci, i tumori tipici del suo sesso (il pap test per il cancro al collo dell’utero e la mammografia per quello al seno). Mentre per lui l’esame per il tumore alla prostata è ancora molto controverso. Lei, poi, è più attenta alla sua salute, tanto da andare periodicamente da ginecologo per le visite di controllo (quasi nessun uomo va dall’andrologo con regolarità e solo per farsi controllare). Anche il suo cervello sembra più complesso: la comunicazione fra i due emisferi è infatti più sviluppata nelle donne che negli uomini. Quello femminile sembra insomma il vero sesso forte. Ma la vita della donna è meno rosea di quanto può apparire. Per esempio, proprio perché i neuroni dei due emisferi sono più intimamente collegati, nelle donne gli effetti dell’ictus (che danneggia le cellule cerebrali su un emisfero) sono generalmente più gravi perché si ripercuotono anche sull’altra parte del cervello. Inoltre, le donne soffrono di mal di testa tre volte più degli uomini. Accusano più spesso dolori alla schiena, e sono più colpite dall’artrosi, soprattutto dopo i 40 anni. Di più: sebbene la percen- tuale di fumatrici in Italia sia inferiore a quella dei fumatori (stando all’Istituto Superiore di Sanità, fuma il 21 per cento delle donne contro il 30 degli uomini), le sigarette fanno più male a lei. Secondo uno studio pubblicato lo scorso anno sullo ”European Respiratory Journal”, le donne fumatrici sono più vulnerabili alle malattie respiratorie e al tumore del polmone rispetto agli uomini che hanno lo stesso vizio. E non solo: il fumo favorisce anche il tumore della cervice uterina, che è la seconda forma di cancro più diffusa nel sesso femminile. Se si eccettuano le malattie tipicamente femminili, sul piano della salute il gentil sesso ha diritto a sentirsi discriminato. Perché, per esempio, i test per verificare la sicurezza e l’efficacia delle medicine, prima della messa in commercio, sono fatti quasi sempre su uomini. Mentre «le condizioni psicosociali in cui vivono le donne le rendono più inclini ad ammalarsi di depressione» spiega Enrico Smeraldi, docente di psichiatria all’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano.