12 maggio 2004
Tags : David. Daniels
Daniels David
• Nato in Sud Carolina (Stati Uniti) il 12 marzo 1966. Cantante. Lirico. Controtenore. Noto in tutto il mondo come il Farinelli americano. «Canta come un angelo. Da piccolo glielo dicevano sempre. Glielo dicevano tutti a Spartanburg, nel North Carolina, dove viveva. Ma quella che era una dote meravigliosa per un bambino, crescendo per David Daniels cominciò a diventare un incubo. ”I miei genitori, entrambi cantanti, progettavano per me un luminoso avvenire come tenore. Io stesso non avevo mai messo in dubbio che il canto fosse il mio futuro. A gettare un’ombra su tanti sogni, proprio quella che pareva la carta vincente, la mia voce. Tutti si aspettavano che, intorno ai 13, 14 anni sarebbe cambiata. Ma la pubertà era arrivata e lei restava la stessa, chiara e luminosa come quella di una donna”. David non se ne preoccupa, continua a cantare così come sa in casa, sotto la doccia, nel coro... Sua madre invece si allarma. ”Lei cercava di fermarmi, temeva che pregiudicassi la mia impostazione tenorile. Perché nel frattempo al conservatorio di Cincinnati studiavo da tenore. Mi diplomai anche. Ma non ero contento, quando forzavo la voce su quei toni, si incrinava, si rompeva”. Finché un giorno, durante il master all’Università del Michigan, David osa il gran salto: cambia repertorio, canta un’aria di Händel. L’insegnante l’ascolta attento: ”Questa è la tua voce, perché vuoi cantare in altro modo?”. Già, perché? Ai tempi [...] i controtenori negli Stati Uniti sono merce rara. Alla sua Università non ce n’è neanche uno. Lui sarà il primo. ”Oggi in ogni corso ce ne sono almeno tre o quattro e nessuno è più complessato - assicura David, consapevole e fiero d’aver aperto una strada - . La mentalità è cambiata, chi canta in falsetto naturale oggi non dà più scandalo e il repertorio antico e barocco conosce un sorprendente revival”. Ingredienti che, mescolati insieme, in pochi anni fanno di Daniels una stella del firmamento lirico, epigono di quella tradizione di voci celestiali tanto in voga nel Settecento con la crudele scuola degli evirati cantori. ”Per fortuna oggi il prezzo da pagare è molto meno alto. Solo qualche pregiudizio da scavalcare”. [...] ”Non voglio restare chiuso nel recinto del barocco, mi piace affrontare anche arie di solito affidate alle mezzosoprano”. Non teme le ire delle ”divine” del bel canto? ”Ho su di me la benedizione di Renata Tebaldi: qualche anno fa, dopo un gala a Firenze, mi si avvicinò e mi sussurrò: tu sei un fenomeno”» (Giuseppina Manin, ”Corriere della Sera” 12/5/2004).