Giuseppe Pederiali, "Libero" 9/5/2004., 9 maggio 2004
Un Francesco Guicciardi nel XVI secolo faceva il mozzo a bordo di una piccola nave quando fu fatto prigioniero dai pirati barbareschi che infestavano i mari
Un Francesco Guicciardi nel XVI secolo faceva il mozzo a bordo di una piccola nave quando fu fatto prigioniero dai pirati barbareschi che infestavano i mari. Fu portato a Tunisi, s’appassionò alla religione islamica e divenne uno dei più temuti corsari com il nome di Alì del Mar Nero. Dopo anni di arrembaggi, fu alla fine arrestato dagli Spagnoli che lo processarono a Palermo: in quell’occasione rifiutò di tornare cristiano e nel bel mezzo dell’interrogatorio se ne uscì in dialetto (che evidentemente non aveva dimenticato): «Dag un tai» («Dacci un taglio»).